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Istat, il 24% delle persone pensa che una donna subisce violenza per il suo abbigliamento

Dati agghiaccianti quelli emersi dall’ultimo Report Istat su stereotipi e ruoli di genere: il 23,9% pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire; Il 15,1% è dell’opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe sia almeno in parte responsabile.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il pregiudizio sulla violenza contro le donne è il primo nemico da sconfiggere. E la conferma si trova tra le pagine del Report Istat ‘Gli stereotipi sui ruoli di genere e l'immagine sociale della violenza sessuale' secondo cui è ancora molto forte il preconcetto della responsabilità delle donne nelle violenze sessuali subite.
Il 39,3% della popolazione ritiene che una donna è sempre in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non vuole consumarlo.

Il 23,9% pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire, inviando un messaggio distorto all'uomo che poi si trasforma nel loro aguzzino. Il 15,1%, inoltre, è dell'opinione che una donna che subisce violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l'effetto di droghe sia almeno in parte responsabile. Dati agghiaccianti, che dimostrano quanto strada debba ancora essere fatta per smontare vecchie credenze maschiliste, figlie di una società patriarcale.

La situazione non migliora se si analizzano le relazioni tra uomo e donna all'interno di una coppia. Il 7,4% delle persone ritiene accettabile sempre o in alcune circostanze che "un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha civettato/flirtato con un altro uomo"; il 6,2% considera normale che in una coppia possa scappare uno schiaffo ogni tanto.

Rispetto al controllo, invece, sono più del doppio le persone (17,7%) che ritengono accettabile sempre o in alcune circostanze che un uomo controlli abitualmente il cellulare o l'attività sui social network della propria moglie o compagna.

Per il 10,3% della popolazione spesso le accuse di violenza sessuale sono false (più uomini, 12,7%, che donne, 7,9%); per il 7,2% "di fronte a una proposta sessuale le donne spesso dicono no ma in realtà intendono sì", per il 6,2% le donne serie non vengono violentate. Solo l'1,9% ritiene che non si tratta di violenza se un uomo obbliga la propria moglie o compagna ad avere un rapporto sessuale contro la sua volontà.

In caso di violenza subita da parte del proprio compagno o marito, il 64,5% della popolazione consiglierebbe alla vittima di denunciarlo e il 33,2% di lasciarlo. Il 20,4% della popolazione indirizzerebbe la donna verso i centri antiviolenza (25,6% di donne contro 15,0% di uomini) e il 18,2% le consiglierebbe di rivolgersi ad altri servizi o professionisti (consultori, psicologi, avvocati, ecc.). Solo il 2% suggerirebbe di chiamare il 1522.

Gli stereotipi regione per regione

Sardegna (15,2%) e Valle d'Aosta (17,4%) presentano i livelli più bassi di tolleranza verso la violenza; Abruzzo (38,1%) e Campania (35%) i più alti. Ma nelle regioni le opinioni di uomini e donne sono diverse.

Gli stereotipi sui ruoli di genere più comuni sono i seguenti: "per l'uomo, più che per la donna, è molto importante avere successo nel lavoro" (32,5%), "gli uomini sono meno adatti a occuparsi delle faccende domestiche" (31,5%), "è l'uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia" (27,9%).

Quello meno diffuso è pensiero secondo cui "spetta all'uomo prendere le decisioni più importanti riguardanti la famiglia". Il 58,8% della popolazione (di 18-74 anni), senza particolari differenze tra uomini e donne, si ritrova in questi stereotipi, più diffusi al crescere dell'età (65,7% dei 60-74enni e 45,3% dei giovani) e tra i meno istruiti.

Gli stereotipi sono più frequenti nel Mezzogiorno (67,8%), in particolare in Campania (71,6%) e in Sicilia, e meno diffusi al Nord-est (52,6%), con il minimo in Friuli Venezia Giulia (49,2%).

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