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Open, Renzi: “Nessun attacco ai giudici, ho difeso la politica”. E chiarisce sul prestito per la casa

Matteo Renzi torna sull’inchiesta che lo sta investendo e che vede nel mirino l’ex Fondazione Open: “Ho parlato in conferenza stampa non per attaccare la magistratura ma per difendere la politica. Ho posto una legittima domanda: i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti?”. Condanna poi l’intrusione nella sua vita privata, relativa al prestito ricevuto dall’ex presidente del Consiglio per l’acquisto della sua casa che, chiarisce, non ha nulla a che vedere con la Fondazione: e riporta i numeri. Tuttavia, Renzi ribadisce: “Sulle indagini dei magistrati, noi aspettiamo i processi. Perché siamo garantisti”.
A cura di Annalisa Girardi
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Continuano le polemiche sull'inchiesta che ha travolto l'ex presidente del Conisglio, Matteo Renzi. Ieri sera il leader di Italia Viva ha convocato una conferenza stampa per chiarire il punto sui finanziamenti dell'ex Fondazione Open, che ha sostenuto varie iniziative politiche di Renzi: un intervento in cui ha ripetutamente attaccato la magistratura, in particolare Giuseppe Creazzo, capo della procura fiorentina, e il pubblico ministero Luca Turco.

"Chi è che decide cosa è partito e cosa no? Tutti i versamenti della fondazione sono regolari. Questa fondazione per due magistrati di Firenze, Creazzo e Turco, è un partito politico. Fare un partito politico è una scelta che fa un leader politico o un magistrato? Se la bocciofila sostiene un candidato sindaco, diventa un partito politico? Chi decide chi è un partito politico?". L’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) non aveva tardato a replicare e, attraverso una nota, aveva condannato le parole di Renzi: "Le dichiarazioni di un esponente delle istituzioni che, per reagire ad un’iniziativa giudiziaria, attacca personalmente i magistrati titolari dell’indagine sono gravissime innanzitutto sotto questo profilo, e pur iscrivendosi in un ormai consueto filone di reazioni scomposte, per linguaggio e sostanza, non smettono di suscitare indignazione".

I numeri

L'ex presidente del Consiglio, con un post su Facebook, è tornato sulla questione. Renzi ha sottolineato: "Quello che sta accadendo in queste ore è molto interessante. Ho parlato in conferenza stampa non per attaccare la magistratura ma per difendere la politica. Ho posto una legittima domanda: i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti?". Condannando l'intrusione nella sua vita privata e sottolineando di aver sporto una denuncia penale, chiarisce comunque che la situazione economica rispetto alla sua casa non ha nulla a che vedere con la Fondazione. E riporta i numeri.

"Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita – in attesa di avere la disponibilità finanziaria – ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno. Un prestito personale, con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile. Prestito restituito in meno di cinque mesi. Ovviamente tutto tracciato con bonifico. Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare. Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica", chiarisce Renzi, dicendosi stupito per il fatto che "davanti a una legittima domanda politica la reazione sia far trapelare una notizia che non avrebbe dovuto essere pubblica".

Renzi quindi conclude: "Ora che ho chiarito tutti i miei dati economici personali, che niente hanno a che vedere con la Fondazione Open, posso ripetere la domanda: chi decide in Italia che cosa è un partito e cosa no? Vi rendete conto che c’è una invasione di campo oppure no? Chi fonda i partiti: i politici o i magistrati?".

"Fango e pizzini"

Questa mattina Renzi fa nuovamente il punto della questione, con un altro post su Facebook, accompagnato dalla premessa: "Anche oggi tante paginate su di noi, tra fango e pizzini. Ma non molliamo". Il leader di Italia Viva ribadisce quindi tre concetti:

"1. Sulle indagini dei magistrati, noi aspettiamo i processi. Perché siamo garantisti. Dispiace che si facciano perquisizioni all’alba a chi non c’entra niente, nemmeno indagato. Ma si vada a processo e vedremo come finirà.
2. Sulla decisione che Open sia un partito politico e non una fondazione invece siamo in presenza di una cosa enorme. Se fondare un partito è decisione della magistratura e non della politica siamo in presenza di un vulnus per la democrazia. In molti addetti ai lavori fanno finta di niente ma questo cambia – per sempre – il modo di concepire la politica. Io continuerò a dirlo in ogni sede.
3. Ho criticato l’invasione di campo di due magistrati nella sfera politica e la risposta è la diffusione di miei documenti privati personali. Brivido! Tuttavia non ho segreti. La mia casa, le mie auto, la mia vespa: tutto è perfettamente regolare. Quando ho avuto un prestito, l’ho fatto con una scrittura privata e l’ho onorato restituendolo in cinque mesi. Guadagno molto bene, non ho niente da nascondere. Ma non vi sembra curioso che uno possa ricevere “avvertimenti” di questo genere?"

Renzi conclude affermando di aver fiducia nella giustizia: "Io credo nella giustizia italiana e anche oggi presenterò due denunce penali e due azioni civili. Lo farò volutamente a Firenze e sono certo che i magistrati di questa città saranno solerti nel difendere il mio diritto alla giustizia".

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