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Inchiesta Fanpage, Fidanza autosospeso da capodelegazione FdI a Parlamento Ue: “Attacchi strumentali”

Carlo Fidanza ha lasciato l’incarico di capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo dopo l’inchiesta di Fanpage.it Lobby Nera, sui legami tra neofascisti ed estremisti con la destra istituzionale in seno alla campagna elettorale per le Comunali di Milano. “Non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari. Non c’è e non c’è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita”, ha scritto in una nota.
A cura di Annalisa Girardi
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Carlo Fidanza si è autosospeso dall'incarico di capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo dopo l'inchiesta di Fanpage.it. "Nell'associarmi alla richiesta del mio partito di ottenere i filmati integrali che mi riguardano senza tagli o manomissioni in modo che gli stessi possano essere visionati dai competenti organi di FdI, su richiesta di Giorgia Meloni, ritengo opportuno autosospendermi da ogni ruolo e attività di partito al fine di preservare Fratelli d'Italia da attacchi strumentali", ha scritto in una nota. Per poi precisare: "Dopo aver visto il servizio confezionato ieri sera da Fanpage e mandato in onda da Piazzapulita voglio ribadire ai miei amici, ai miei elettori e a quelli di tutto il mio partito che non ho mai ricevuto finanziamenti irregolari e che nello specifico, in più occasioni che purtroppo non sono state mandate in onda, ho ribadito al ‘giornalista infiltrato' che asseriva di voler contribuire alla campagna elettorale di una candidata la necessità di farlo secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Il fatto che questi ulteriori colloqui non siano stati trasmessi la dice lunga sulla serietà di questa inchiesta e contribuisce a dare di me e della mia attività politica un'immagine totalmente distorta".

Fidanza ha quindi aggiunto: "A tutela della mia reputazione mi riservo di adire la giustizia civile e penale. Mi avvicino ai 30 anni di impegno politico, senza mai una macchia e sempre a testa alta. Non c'è e non c'è mai stato in me alcun atteggiamento estremista, razzista o antisemita. Semmai, nelle immagini pubblicate, ironicamente contestavo proprio le inaccettabili affermazioni a suo dire goliardiche di Roberto Jonghi Lavarini, che non hanno né possono avere alcuna cittadinanza in Fratelli d'Italia, partito in cui peraltro lo stesso non è iscritto né ricopre alcun ruolo". Per poi concludere: "Ho avuto più volte occasione di polemizzare con Paolo Berizzi per alcune sue campagne di stampa (da qui l'ironia mostrata nel video), ma naturalmente giudico inaccettabile che un giornalista debba vivere sotto scorta per le minacce ricevute e per questo, pur nella irrinunciabile diversità di opinioni politiche, gli esprimo la mia solidarietà sincera".

L'eurodeputato è al centro dell'inchiesta di Fanpage.it Lobby Nera, sui legami tra neofascisti ed estremisti con la destra istituzionale in seno alla campagna elettorale per le Comunali di Milano. La richiesta di dimissioni era già arrivata già in mattinata dal Movimento Cinque Stelle. Giorgia Meloni, intercettata dai nostri microfoni, si era limitata a commentare: "Ovviamente vedrò Fidanza, certo, però continuerò a chiedere anche a voi le 100 ore di girato. Mi consentirete di non giudicare un mio dirigente che conosco da oltre 20 anni, che sono rimasta molto colpita a vedere raccontato così, sulla base di un video montato da voi e curiosamente mandato in onda a due giorni da voto".

Gli episodi dell’inchiesta

La prima richiesta di dimissioni era arrivata dalla delegazione Cinque Stelle a Strasburgo: "Per restituire dignità alla politica le dimissioni di Fidanza sono un atto dovuto e necessario. Giorgia Meloni non minimizzi ma le pretenda", avevano scritto in una nota. Il partito era poi tornato sulla questione, denunciando la gravità dei fatti emersi dalla nostra inchiesta e sottolineando come le dimissioni a questo punto fossero un atto dovuto. A questa richiesta si era poi sommata quella degli eurodeputati del Partito democratico: "La realtà emersa dall'inchiesta giornalistica di Fanpage su Fratelli d'Italia e sulla destra milanese è gravissima, per i sospetti concreti di finanziamenti illeciti e l'ombra pesante del neofascismo a Milano, città della Resistenza. Non è accettabile che si cerchi l'appoggio di gruppi nostalgici del nazismo con legami inquietanti con il governo russo di Putin, come emerge dalle conversazioni che abbiamo ascoltato. Su tutto quanto emerso va fatta piena luce e ci aspettiamo che Giorgia Meloni si esprima e prenda provvedimenti immediati. Il collega Carlo Fidanza capodelegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, che nel video mostrato viene indicato come la figura di riferimento dai neonazisti e discute esplicitamente di come reperire finanziamenti illeciti, deve fare immediatamente un passo indietro e dimettersi".

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