In una sola settimana almeno 300 migranti sono stati intercettati in mare e respinti illegalmente in Libia

Il Mediterraneo continua a essere teatro di respingimenti silenziosi e tragedie invisibili. Mentre i numeri ufficiali parlano di migliaia di persone intercettate e rimpatriate in Libia, dietro ogni cifra si nascondono vite spezzate, diritti negati e violenze sistematiche. Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), solo tra il 25 e il 31 maggio 2025 almeno 300 migranti sono stati intercettati in mare e forzatamente riportati sulle coste libiche. Il bilancio dall'inizio dell’anno è ancora più drammatico: dal 1° gennaio al 31 maggio, 9.585 persone sono state intercettate e riportate in Libia, in gran parte dalla cosiddetta guardia costiera libica, corpo sostenuto e finanziato anche dall'Italia. Nello stesso periodo, almeno 233 migranti sono morti e 225 risultano dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, una delle più pericolose al mondo per chi tenta di raggiungere l'Europa. Sea-Watch denuncia un aumento dei respingimenti, che attribuisce al rafforzamento della guardia costiera libica "per mano dell'Italia", e accusa il governo guidato da Giorgia Meloni di celebrare il calo degli sbarchi come un successo, ignorando il costo umano e le gravi violazioni dei diritti che ne derivano.
Mentre i governi parlano di "sicurezza" e "contenimento", le statistiche raccolte dall'OIM raccontano un'altra realtà: quella di un sistema che respinge migliaia di persone verso un ciclo di detenzione arbitraria, abusi e invisibilità in un Paese che non viene considerato sicuro neppure dalle Nazioni Unite.
Il bilancio del 2025: quasi 10mila migranti ricondotti forzatamente in Libia
Dall'inizio dell'anno fino al 31 maggio 2025, l'OIM ha registrato il ritorno in Libia di 9.585 migranti. Di questi, 8.147 sono uomini, 960 donne e 333 bambini. Per altri 145 non sono disponibili dati sul genere. Il report evidenzia inoltre che una parte dei migranti intercettati, quasi la totalità, presenta vulnerabilità specifiche, e molti di loro sono minori non accompagnati.
Questi dati, pubblicati anche sull'account ufficiale X (ex Twitter) dell'OIM Libia, confermano che la costa occidentale del Paese resta il principale punto di partenza per le traversate irregolari verso l'Europa.
Morti e dispersi nel Mediterraneo centrale: confronto con gli anni precedenti
Nel solo 2025, e sempre fino al 31 maggio, almeno 233 persone risultano morte e 225 disperse lungo la rotta del Mediterraneo centrale, una delle più pericolose al mondo. Il dato, aggiornato settimanalmente, è basato su stime e segnalazioni iniziali raccolte sul campo da IOM e altre fonti ufficiali.
Il numero delle persone migranti intercettate e riportate in Libia mostra un andamento crescente. Nel 2024 erano stati 21.762, con 665 morti e 1.034 dispersi. L'anno precedente, nel 2023, i migranti intercettati erano stati 17.190, ma il bilancio umanitario era ancora più drammatico: 962 morti e 1.536 dispersi.