Il video del governo sulla quarta dose di vaccino dove sono tutti senza mascherina in ospedale
La somministrazione della quarta dose di vaccino anti Covid procede a rilento. Ecco perché il governo ha deciso di realizzare una campagna video per potenziare la comunicazione e spingere chi deve fare la seconda dose booster a prenotarla il prima possibile. Peccato però che nel filmato realizzato e pubblicato ieri sul sito del ministero della Salute siano tutti senza mascherina in luoghi chiusi, persino nello studio del medico: la nonna che deve fare il vaccino, il nipote che la accompagna e anche la dottoressa, nessuno di loro indossa mai la mascherina quando viene ripresa la scena all'interno dell'ambulatoria. Un dettaglio che può sembrare di poco conto e certo, lo scopo del video è quello di promuovere la campagna vaccinale e non di ricordare le norme anti Covid, ma in un momento delicato come questo, con i contagi giornalieri tornati oltre quota 100 mila, è importante continuare a insistere sulle regole fondamentali che frenano la diffusione del virus. In primis la mascherina, che rimane obbligatoria negli ospedali e nelle Rsa.
Insomma, potrà parere una sottigliezza, ma che il ministero della Salute mostri in un video di campagna promozionale del vaccino anti Covid una violazione delle norma contro il contagio non è proprio un bel segnale.
Al momento, come si legge nel report del governo, sono state somministrate in totale 1.291.979 di quarte dosi, che hanno raggiunto il 29,21% della platea. La quale, lo ricordiamo, è composta da over 80, ospiti delle Rsa, e over 60 con elevata fragilità. I numeri indicano come la campagna proceda ancora a rilento: ha fatto la quarta dose meno di una persona su tre di quelle che potevano riceverla. Un quadro che preoccupa soprattutto con la nuova impennata della curva e in vista dell'autunno.
Le autorità sanitarie stanno spingendo per non attendere la fine dell'estate, magari nella speranza dell'arrivo di vaccini aggiornati contro le varianti, ma di farla quanto prima in modo da avere una protezione ulteriore nei confronti del virus. Per i più fragili e vulnerabili, con i numeri che si stanno registrando in questi giorni, aspettare potrebbe essere pericoloso.