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Il termine Alto Adige viene cancellato: ma è davvero così?

Il termine Alto Adige (e il suo derivato altoatesino) è stato abolito da alcuni documenti ufficiali: verrà sostituito dalla dicitura Provincia di Bolzano. La cancellazione, in effetti, c’è, ma è solo parziale e, come ha spiegato il presidente della Provincia autonoma, riguarda solamente i documenti istituzionali e l’ufficio di rappresentanza a Bruxelles.
A cura di Stefano Rizzuti
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La questione tiene banco da ieri: l’Alto Adige non esisterà più nei documenti ufficiali? Verrà davvero sostituto dalla dicitura Provincia di Bolzano? Il consiglio provinciale di Bolzano ha effettivamente approvato una legge che prevede la scomparsa delle parole Alto Adige e altoatesino. Ma solo in parte. La cancellazione di queste espressioni non ha un effetto generale. Come spiegato anche negli scorsi giorni dal presidente della provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, la Costituzione non si tocca e il nome Alto Adige rimane. Così come rimane il nome della Regione Trentino Alto Adige. Sparirà, invece, la definizione dai documenti riguardanti l’ufficio di rappresentanza di Bruxelles. In sostanza, spiega Kompatscher, ci si riferirà a livello istituzionale alla provincia di Bolzano, mentre quando si parla di territorio sarà ancora corretto chiamarlo Alto Adige o, nella sua versione tedesca, Sudtirol.

La cancellazione nei documenti ufficiali, quindi, c’è davvero. Ma è solo parziale, stando alla spiegazione del presidente della provincia. Nasce tutto da una legge approvata venerdì 11 ottobre dal consiglio provinciale di Bolzano. La legge riguarda ‘Disposizioni per l’adempimento degli obblighi della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea’ e prevede che sui documenti ufficiali europei vengano eliminate le diciture Alto Adige e altoatesino. Si userà Provincia autonoma di Bolzano, mentre – al contrario – per il tedesco rimarrà il termine Sudtirol, corrispettivo di Alto Adige. A votare a favore di questa legge tutti i partiti tedeschi, mentre quelli italiani si sono detti contrari, anche se solo Fratelli d’Italia ha votato no mentre gli altri si sono astenuti.

L’origine del nome Alto Adige

Il termine Alto Adige secondo molti ha una derivazione fascista, essendo legato storicamente alla volontà di italianizzare, durante il regime, la popolazione di lingua tedesca. Però la parola esisteva già da prima, come ricorda l’Agi: è stata coniata nel 1810, quando quel territorio andò sotto il Regno d’Italia. A dare il nome furono i francesi basandosi sul fiume che attraversa il territorio. Quel nome, però, rappresentava solo una parte dell’attuale Alto Adige. Poi il termine è stato abbandonato, per tornare di nuovo nel Novecento, quando il regime fascista decide di sostituire i nomi stranieri con quelli italiani.

La spiegazione del presidente della Provincia di Bolzano

Il presidente della Provincia di Bolzano prova a placare le polemiche sul caso, sostenendo che “non esiste nessuna norma che preveda la cancellazione del termine Alto Adige e non potrebbe essere altrimenti dato che questa denominazione è prevista dalla Costituzione italiana con riferimento alla Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, la quale a sua volta è composta dalle due province di Bolzano e Trento”. Kompatscher sottolinea che “durante il dibattito in Consiglio provinciale (ndr. molto acceso, come dimostra la sintesi della seduta) si è solamente discusso sull'opportunità di utilizzare il termine Provincia di Bolzano per riferirsi all'Ufficio di rappresentanza che opera a Bruxelles. In questo caso, come noto, si è optato per il termine Provincia di Bolzano, ma ciò non comporta alcun tipo di abolizione della denominazione Alto Adige, che continuerà ad essere utilizzata quando ci si riferisce al nostro territorio. Dunque, e lo voglio ribadire, non è cambiato nulla”.

Kompatscher ammette però che c’è stata “effettivamente un'incongruenza nell'elaborazione dell'articolo di legge, in quanto in italiano si è utilizzato il termine Provincia di Bolzano, mentre nella versione tedesca è rimasto il termine Südtirol. Nel dibattito che si è svolto in Consiglio ho fatto presente la questione e ho chiesto che in futuro vi sia un accordo tra i gruppi consiliari sul corretto utilizzo della terminologia: quando ci si riferisce alle istituzioni è giusto parlare di Provincia di Bolzano in italiano e di Provinz Bozen in tedesco, mentre quando ci si riferisce al territorio la terminologia corretta è Alto Adige in italiano e Südtirol in tedesco”. Il succo è che nei documenti ci sarà scritto Provincia di Bolzano per l’italiano, mentre per il tedesco si potrà usare anche il termine Sudtirol, equivalente dell’ormai abolito – in questo campo – Alto Adige.

Tutti i partiti contro la legge sull’Alto Adige

Tutti i partiti sono intervenuti chiedendo al governo di impugnare la legge del Consiglio provinciale di Bolzano e non permettere che venga cancellato l’utilizzo del termine Alto Adige in alcuni documenti. Interviene, su questa linea, anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che chiede a Kompatscher di porre rimedio: “È necessario rendere i testi italiani e tedeschi perfettamente identici e rispettosi della Costituzione. Se così non dovesse essere la legge sarà impugnata dopo la sua pubblicazione”.

Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo di intervenire e con la sua leader, Giorgia Meloni, attacca: “Continua l'ignobile guerra di aggressione della Svp e dei secessionisti sudtirolesi all'italianità dell'Alto Adige. È vergognosa la decisione del Consiglio provinciale di Bolzano di cancellare le parole ‘Alto Adige' e ‘altoatesino'. Fratelli d'Italia chiede al Governo di rispondere con nettezza a questo inaccettabile affronto e di impugnare immediatamente questa scandalosa legge anti-italiana, che calpesta la Costituzione e la nostra storia”. Sul caso è critica anche la deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi: “Aver cancellato il termine Alto Adige dalla legge europea con un colpo di maggioranza è stato un grave errore. Mi auguro che si tratti di un caso isolato e che si possa porre rimedio. Sarebbe imperdonabile buttare via il lavoro che per anni la popolazione di lingua italiana, tedesca e ladina hanno fatto per rispettarsi reciprocamente e crescere insieme”.

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