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Global Sumud Flotilla

Il presidente Mattarella chiede alla Flotilla per Gaza di fermarsi a Cipro e non mettersi in pericolo

Negli scorsi giorni è emersa l’ipotesi di consegnare gli aiuti trasportati dalla Global Sumud Flotilla a Cipro, al patriarcato di Gerusalemme, e da qui creare un corridoio umanitario per Gaza. Il comitato della Flotilla l’ha respinta, e oggi il presidente della Repubblica Mattarella ha invitato i membri della spedizione a ripensarci.
A cura di Luca Pons
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Bisogna "evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona", e allo stesso tempo "preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza". Per questo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto direttamente e pubblicamente "alle donne e agli uomini della Flotilla", invitandoli ad accettare il piano emerso negli ultimi giorni: non tentare di forzare il blocco navale di Israele, ma consegnare gli aiuti al Patriarcato latino di Cipro, e da qui costruire un corridoio umanitario per Gaza.

La presa di posizione, particolarmente esplicita per gli standard del capo dello Stato, è arrivata con un comunicato ufficiale del Quirinale, intitolato proprio "Appello alle donne e agli uomini della Flotilla". Mattarella ha iniziato dicendo che "il valore della vita umana" richiede "di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona". A maggior ragione perché quel valore "sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione".

È facile capire che tra le persone che devono evitare di mettere a rischio la propria incolumità c'è proprio l'equipaggio della Global Sumud Flotilla. Ci sono già stati diversi attacchi di droni, con danni alle imbarcazioni ma finora nessun ferito.

Negli ultimi giorni il dibattito politico si è acceso. L'Italia ha inviato una fregata della Marina militare ad assistere la flottiglia, e dal governo Meloni è emersa preoccupazione: se le barche dovessero davvero entrare nelle acque che Israele ritiene suo territorio, e tentare di forzare il blocco navale nei confronti della Striscia di Gaza, correrebbero un forte rischio, che potrebbe andare anche oltre l'arresto. Lì, nessuna fregata di altri Paesi potrebbe aiutarle senza rischiare una vera e propria guerra con Israele.

Per questo si è formato un piano alternativo, emerso non dal governo italiano ma dal confronto interno alla Flotilla: l'ipotesi di fermarsi prima, a Cipro. Non forzare il blocco israeliano, ma far comunque arrivare gli aiuti a Gaza con l'assistenza del Patriarcato latino di Gerusalemme, guidato dal cardinale Pizzaballa, e far nascere un nuovo corridoio umanitario in questo modo. Ieri è arrivato il ‘no' del comitato esecutivo della Flotilla a questa ipotesi. E oggi il presidente Mattarella ha chiesto, in buona sostanza, di ripensarci.

Anche per "salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta", che è già stato "espresso con ampia risonanza e significato", è "necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza". Insomma, meglio far arrivare gli aiuti trasportati, anche se per una strada diversa da quella immaginata inizialmente.

Per questo, il capo dello Stato ha rinvolto un "appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza". Patriarcato che si prenderebbe il compito di "consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza".

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