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Il Ponte sullo Stretto di Messina intitolato a Berlusconi: la proposta di Forza Italia

Il Consiglio nazionale di Forza Italia ha formalizzato la proposta di intitolare il Ponte sullo Stretto Messina a Silvio Berlusconi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Intitolare il Ponte sullo Stretto di Messina a Silvio Berlusconi. È l'omaggio che il partito degli azzurri fa al suo ex leader scomparso lo scorso 12 giugno, all'età di 86 anni. Il Consiglio nazionale di Forza Italia, che si è riunito questa mattina a Paestum nel corso della kermesse di Forza Italia, una "grande festa commemorativa", come l'hanno definita i vertici forzisti, ha ‘votato' la proposta di intitolare il Ponte sullo Stretto Messina a Silvio Berlusconi.

La proposta non è nuova, in realtà era stata già avanzata, anche se non ancora in via ufficiale, mentre il fondatore di Forza Italia era ancora in vita. Durante la discussione sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni al decreto legge sull'infrastruttura, il deputato Paolo Emilio Russo, di Forza Italia, aveva detto: "Per Forza Italia, e credo per l'Italia, il Ponte sullo Stretto è e sarà il Ponte Silvio Berlusconi. I primi provvedimenti concreti che hanno provato a dare impulso a quest'opera sono infatti quelli del governo Berlusconi all'inizio degli anni 2000, dunque 23 anni fa".

Nel maggio scorso, quando era arrivato il via libera definitivo al decreto sul Ponte in Senato, era stato proprio Silvio Berlusconi tra i primi a esultare, con un post sui social: "Abbiamo mantenuto l'impegno preso con i siciliani, con i calabresi, con tutto il Sud. Il ponte sullo Stretto da oggi è legge e domani sarà realtà. Si compie un cammino che avevano cominciato i miei governi e che la sinistra aveva colpevolmente interrotto. Avevamo promesso che questa volta lo avremmo realizzato ed ora la strada è tracciata. Da oggi l'Italia è più unita, la Sicilia è più vicina all'Europa. Finalmente!"

Ieri l'idea era stata rilanciata dal governatore della Calabria, Occhiuto: "Mi piacerebbe che il Ponte sullo Stretto, che sarà la più importante opera pubblica d’Italia, potesse essere intitolata al grande uomo che l'ha ispirata: Silvio Berlusconi".

L'avvio dei lavori è però adesso in salita. Nonostante Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, abbia promesso che la prima pietra del cantiere per l'opera verrà poggiata la prossima estate, il ministro dell'Economia Giorgetti ha frenato, allineandosi con le posizioni di Fratelli d'Italia e annunciando che i primi finanziamenti per realizzare l'infrastruttura non arriveranno prima del 2024: "Il fondo opere infrastrutturali finanzierà come anche altre infrastrutture anche il Ponte sullo Stretto di Messina. Il profilo temporale dell'impegno economico dipende dal profilo temporale del progetto e dei relativi stati di avanzamento. Il Mit ha trasmesso una scadenza temporale dell'impegno e quindi nel 2024 ci sarà un primo stanziamento connesso all'effettiva allestimento del cantiere". Dopo le pressioni di Salvini degli ultimi giorni, il governo ieri, per bocca del  sottosegretario al Mef, Federico Freni, ha però fatto sapere che in manovra dovrebbero esserci circa 2 miliardi e che l'investimento complessivo sarà di 12-14 miliardi spalmati nei prossimi anni. Il segretario della Lega però aveva promesso lo scorso 28 settembre che l'intera copertura per la realizzazione dell'opera sarebbe stata finanziata entro l'anno.

Fi rilancia la riforma costituzionale sul premierato

"Per garantire il bipolarismo in Italia, e quindi la stabilità dei governi e la rappresentatività dei cittadini, è indispensabile la grande riforma istituzionale che il presidente Berlusconi ha chiesto per molti anni e che il governo, con il nostro ministro Casellati, è impegnato a realizzare: l'elezione diretta della guida dell'esecutivo", si legge nel documento politico approvato al Consiglio nazionale di Forza Italia tenuto al termine della tre giorni del partito a Paestum.

"Noi speriamo che possa essere una riforma condivisa, una volta esaminata dei dettagli in Parlamento, e se necessario migliorata con l'apporto di tutti. Ma nessuno – si sottolinea – può esercitare quel diritto di veto che in passato ha reso di fatto impossibile qualunque progetto riformatore". 

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