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Perché c’è un’inchiesta sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, e che ruolo ha Salvini

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine legato al progetto per il ponte sullo Stretto di Messina. Non ci sono persone indagate né ipotesi di reato, al momento. L’iniziativa è partita dopo un esposto depositato da Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Per il ministro Salvini il rischio è soprattutto politico.
A cura di Luca Pons
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Le polemiche politiche sul ponte sullo Stretto di Messina si spostano sul piano giudiziario. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta, che per il momento non vede persone indagate né ipotesi di reato definite. A gestire la pratica sarà la magistrata Alessia Natale. Il fascicolo è stato aperto dopo la presentazione di un esposto da parte del co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, insieme alla segretaria del Pd Elly Schlein e al segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.

L'esposto tocca soprattutto due punti. Uno riguarda il potere contrattuale dell'azienda privata incaricata di costruire il ponte, Webuild. L'altro riguarda invece le persone coinvolte nella società pubblica Stretto di Messina Spa., in particolare il responsabile delle risorse umane Omar Mandosi. In più, i leader dell'opposizione avevano fatto notare che l'aggiornamento del progetto del ponte è stato consegnato il 30 settembre 2023, appena ventiquattro ore dopo la stipula ufficiale dell'accordo tra Stretto di Messina Spa e il consorzio Eurolink (guidato da Webuild).

Per quanto riguarda il potere contrattuale di Webuild, i dubbi sarebbero stati presentati dallo stesso presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia. Il decreto Ponte sullo Stretto avrebbe "è stato assegnato al privato un notevole potere contrattuale che va bilanciato", aveva dichiarato Busia. Per quanto riguarda invece Oscar Mandosi, responsabile risorse umane in Stretto di Messina Spa, si tratta di una persona citata nelle carte (ma non indagata) nel caso Anas che coinvolge anche Denis Verdini e il figlio Tommaso.

Pietro Ciucci, amministratore delegato della società Stretto di Messina spa, ha detto al Corriere della Sera che garantirà la "massima collaborazione e trasparenza con le autorità inquirenti". E sull'accusa di aver aggiornato l'intero progetto in sole ventiquattro ore: "L’ordine di inizio attività a Eurolink è stato assegnato nel mese di giugno con un atto formale, ossia tre mesi prima della consegna della relazione di aggiornamento. Dopo la consegna sono trascorsi altri quattro mesi, durante i quali il documento è stato esaminato da Società Stretto di Messina, oltre che sottoposto al parere del comitato scientifico".

Nell'esposto di Bonelli, Schlein e Fratoianni era citato anche il ministro Salvini, che prima dell'approvazione del decreto Ponte sullo Stretto nel 2022 avrebbe incontrato l'ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi (in carica durante il secondo governo Berlusconi) che fu autore del primo bando di gara per la costruzione del Ponte, e il capo della cordata Eurolink, Pietro Salini. L'incontro non costituirebbe comunque un illecito, e in ogni caso, come detto, al momento la Procura non ha individuato ipotesi di reato né indagati. Il rischio, per Salvini, è soprattutto politico: un eventuale intervento della magistratura potrebbe mettere in difficoltà il progetto del Ponte, su cui il governo – e soprattutto il leader leghista – sta puntando e investendo moltissimo.

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