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Il piano Passera per trasporti e infrastrutture, sbloccati 60 miliardi di euro

Il Ministro dello sviluppo annuncia grandi riforme per il rilancio dei cantieri e del trasporto pubblico, con un massiccio ingresso di aziende private e il riordino degli aeroporti nazionali.
A cura di Antonio Palma
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Il Ministro dello sviluppo annuncia grandi riforme per il rilancio dei cantieri e del trasporto pubblico, con un massiccio ingresso di aziende private e il riordino degli aeroporti nazionali.

Circa 60 miliardi di euro saranno sbloccati per il 2012 dal Governo Monti per le opere infrastrutturali connesse alla mobilità e al trasporto, lo ha annunciato ieri il Ministro dello Sviluppo Corrado Passera intervenuto alla Mobility conference organizzata da Assolombarda e Camera di commercio. Un grande investimento sul lungo periodo che riguarda per una parte opere già in cantiere e fondi dell'Unione europea sbloccati dal Cipe, mentre per altre parti infrastrutture già in fase di progettazione avanzata che l'Esecutivo conta di cantierizzare in breve tempo. Il piano di investimenti stilato dal Ministro è orientato alla mobilità con concessioni autostradali e aeroportuali e la razionalizzazione delle strutture oggi in funzione. Il rilancio degli investimenti infrastrutturali è uno degli obiettivi della seconda fase della manovra Monti per lo sviluppo del Paese per avviare la crescita, ma anche per incrementare la produttività e la competitività del sistema. "Paradossalmente il grande ritardo che l'Italia ha accumulato nelle infrastrutture è un'opportunità, un motore di crescita" ha detto il Ministro, assicurando che il Governo conta molto sulla ripresa dei cantieri per il rilancio dell'Italia.

RILANCIARE IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE – Rilancio che nei progetti del Governo dovrà avvenire attraverso due fasi, quella "dello sblocco dei contenziosi nelle procedure di appalto" e quella del rilancio del trasporto pubblico locale. Per la prima fase Passera ha confermato che un team di esperti del Ministero è già al lavoro da tempo ed esamina cantiere per cantiere i singoli intoppi con lo scopo di creare una "trasparenza pubblica, per dire dov'è il progetto, perché è fermo, che cosa si sta facendo". Per quanto riguarda il trasporto locale invece l'Esecutivo punterà molto sull'ingresso di capitali privati per superare il classico sistema italiano della proprietà pubblica, frammentata in piccole aziende spesso inefficienti e che con le liberalizzazioni del settore non avranno molte chance di concorrenza con i grossi colossi stranieri del settore. Certo ha assicurato il Ministro "non c'è combinazione assoluta privato-buono pubblico-cattivo" ma lo scopo è quello di riuscire a creare dei gruppi imprenditoriali nel settore che diano vita ad imprese che possano creare occupazione senza pesare sulle casse pubbliche.  Su questo punto però anche il Governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ricorda che in un momento di crisi dove il trasporto locale è in sofferenza è difficile trovare aziende disposte ad entrare in un settore così difficile.

PIANO PER GLI AEROPORTI – Anche per quanto riguarda il trasporto aereo, l'Italia è caratterizzata da forte frammentazione, con aeroporti di piccole dimensioni sparsi per la Penisola e che spesso sono in perdita. Uno dei problemi principali, infatti, è proprio la mancanza di un'organizzazione del sistema complessivo dell'infrastruttura aeroportuale. Passera in questo caso ha annunciato un nuovo piano di rilancio che punta molto su alcuni scali considerati strategici per l'Italia, circa 14, che diventeranno di importanza internazionale o intercontinentale, appoggiati da altri scali minori per voli a corto e medio raggio che servono alla mobilità nazionale, ma abbandonando del tutto i restanti. Enac e Ministero dei Trasporti sono già pronti a diminuire le autorizzazioni ad operare oltre i confini, i piccoli scali però potrebbero sopravvivere alla ristrutturazione del trasporto aereo se gli Enti locali decideranno in tal senso, ma in questo caso si dovranno far carico completo della gestione e delle spese per perché fondi dallo Stato non ne arriveranno più.

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