Il Nuovo Centro Destra di Alfano non esiste più: “Ora serve una casa dei moderati”

La notizia era nell’aria da tempo, ma la conferma ufficiale è arrivata solo ieri sera, nel corso di una intervista che Angelino Alfano ha rilasciato al Tg1: dal 18 marzo il Nuovo Centro Destra non esisterà più. Si scioglie dunque il partito cui Alfano aveva dato vita dopo la fine del patto del Nazareno e delle larghe intese, che avevano caratterizzato la parte iniziale di questa legislatura.
Nelle intenzioni del ministro degli Esteri, mettere fine a una esperienza (che giudica “positiva”) è la precondizione per il rilancio di un progetto più ampio: la costruzione della casa dei moderati italiani. Come anticipato al Corsera qualche giorno fa, il progetto politico di Alfano e dei centristi nasce dalla consapevolezza dell’esistenza di uno spazio ben definito:
Esiste un importante spazio per idee e movimenti politici di impronta liberale e popolare, moderata e riformatrice. Esiste tra il Partito democratico e la Lega. Un’area che abbia a cuore la Repubblica e rilanci il progetto europeo, un’area che abbia programmi diversi dal Pd, dalla sua imperitura sinistra condizionante, e anni luce distante dai «vaffa» grillini e dalle ruspe di Salvini, perché in Italia c’è tanto da costruire e molto da conservare.
Dunque, né con Salvini né con il PD (almeno “in partenza”), mentre porte aperte a Berlusconi, purché condivida l’esigenza di non allearsi con chi rappresenta una destra che “ non ha nulla a che vedere con il centrodestra di questi ultimi vent’anni: quello che sognava e prometteva la rivoluzione liberale”; per un percorso da cominciare assieme ai popolari europei. Il programma della nuova creatura politica di Alfano, del resto, è “già scritto”:
Avremo un programma che è già nel nostro codice di appartenenza: riscatto del ceto medio, rilancio del valore degli immobili, questione salariale dei lavoratori pubblici e privati, restituzione dell’onore a milioni di pubblici dipendenti da un decennio ormai trattati alla stregua di fannulloni, conferma del modello italiano con il binomio sicurezza e solidarietà, chiusura definitiva delle pendenze fiscali e nuovo patto all’americana di lealtà contributiva, dieta fiscale per le piccole e medie imprese, più cantieri al Sud per colmare il gap infrastrutturale e creare lavoro, difesa delle istituzioni repubblicane dai linciaggi ignoranti e qualunquisti, sistema militare di difesa comune per la nostra casa europea, rafforzamento dei poteri della Banca centrale europea e condivisione del peso dell’immigrazione all’interno della Ue.