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Il ministro Speranza sul Coronavirus: “Sì allo stop dei voli con la Cina. La salute è la priorità”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha spiegato perché l’Italia conferma la decisione di bloccare i voli da e per la Cina fin quando non sarà finita l’emergenza Coronavirus 2019-nCoV: “L’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute, viene prima di tutto. L’allarmismo è sbagliato, ma dobbiamo tenere una soglia di attenzione molto alta”.
A cura di Ida Artiaco
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"Il diritto alla salute vale più dell'economia". Per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha deciso che sarà confermato lo stop ai voli da e per la Cina per limitare il più possibile il rischio di contagio da Coronavirus 2029-nCoV anche nel nostro Paese. Attualmente, i soggetti positivi all'infezione sono tre, una coppia di cinesi in vacanza e un connazionale 29enne rientrato da Wuhan, città-focolaio dell'epidemia, lo scorso 2 febbraio con altri 55 italiani, e sono attualmente ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma. "Questa partita si vince lavorando tutti insieme. La priorità per me è la difesa del diritto alla salute. Non cambiamo linea, pensiamo sia giusto aver scelto una risposta più prudenziale rispetto ad altri Paesi. Le persone infettate sono 35mila nel mondo, con una crescita media di 3.500 al giorno. L'allarmismo è sbagliato, ma dobbiamo tenere una soglia di attenzione molto alta", ha aggiunto il ministro in una intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Speranza ha poi sottolineato che la decisione di fermare i collegamenti aerei con la Cina è stata presa d'intesa con la Farnesina. "Abbiamo deciso insieme nella massima condivisione e insieme confermiamo che i voli sono e resteranno chiusi. Lo ha detto anche Di Maio – ha continuato -. C'è piena unità nel governo, con il presidente Conte e con i ministri abbiamo scelto di tenere il più alto livello possibile di salvaguardia. L'articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute, viene prima di tutto. Sono numeri significativi, parliamo di 60 voli a settimana e almeno 200 persone a bordo di ogni aereo. La nostra misura ha ridotto in modo importante gli scambi. E i cargo che trasportano merci continuano a volare. Siamo stati i primi in Europa. Ma l'ultimo rapporto Oms segnala 72 Paesi che hanno adottato restrizioni di viaggio. Le relazioni diplomatiche sono rilevanti e le questioni economiche fondamentali, ma il diritto alla salute è più importante ancora". Intanto, continua il rimpatrio dei connazionali ancora a Wuhan. Oggi, domenica 9 febbraio, è atteso l'arrivo a Roma di 8 italiani, dopo aver fatto scalo in Gran Bretagna, che saranno posti immediatamente in isolamento presso l'ospedale militare del Celio. "Chi vuole può rientrare tranquillamente – ha concluso il ministro -, non ci risultano particolari tensioni da questo punto di vista".

Sulle conseguenze economiche e dei rapporti con Pechino dopo la decisione di bloccare, Speranza ha spiegato che "il modo migliore per aiutare un Paese amico è contribuire a contenere questo virus. Indubbiamente l’ipotesi di riduzione del Pil della Cina ha un peso rilevante rispetto al Pil del mondo. Noi abbiamo costruito una task force di ministri competenti, voluta da Conte, che si riunisce lunedì a Palazzo Chigi per ragionare su come ridurre i problemi sul lato economico. Parliamo, però, di un fatto di natura globale che riguarda la salute delle persone. La politica deve fare un passo indietro. A orientare le scelte del governo è un tavolo permanente, composto da tecnici e scienziati di comprovata validità".

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