Il ministro Orlando dice che non crede si troverà un accordo sul salario minimo

Il salario minimo difficilmente diventerà realtà, almeno in tempi brevi. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ne è convinto, anche se pensa che sia "un obiettivo giusto". Per aumentare le retribuzioni "va fatto tutto ciò che migliora la contrattazione e incoraggia la chiusura dei contratti – ha spiegato Orlando ad Agorà su Rai 3 – Noi dobbiamo anche dare regole nuove alla contrattazione". Poi ha ribadito: "Sul salario minimo non so se si riuscirà a trovare un accordo generale, ma tutti i passi che vanno nella direzione del rafforzamento della contrattazione devono essere fatti". Il ministro del Lavoro ha ricordato, durante la trasmissione, l'ipotesi avanzata alle parti sociali "che rafforza la contrattazione e va nella direzione dell'efficacia erga omnes" dei contratti. Insomma, nonostante le diverse leggi depositate in Parlamento – tra cui quella firmata dall'ex ministra del Lavoro Catalfo – sembra impossibile che si possa arrivare a una conclusione sul salario minimo entro la fine della legislatura.
Il ministro del Lavoro ha anche sottolineato che i 5-6 miliardi previsti nel Documento di economia e finanza per aiutare famiglie e imprese non saranno sufficienti: "Abbiamo messo in conto che ci servano altre misure, valuteremo poi quali. È evidente che dovremo fare ulteriori passi, soprattutto per sostenere l'impatto del costo dell'energia e delle materie prime e per l'inflazione che incide profondamente e negativamente sui salari – ha spiegato ancora Orlando – Abbiamo un pezzo del mondo del lavoro che rischia di impoverirsi e un pezzo del mondo delle imprese che rischia di non farcela".
Durante il suo intervento, il ministro ha trattato anche il tema che sta monopolizzando l'agenza da ormai due mesi: la guerra in Ucraina. Secondo Orlando inviare le armi a Zelensky è "una via obbligata", poiché "la pace non si può costruire con la capitolazione dell'Ucraina". L'Italia "vuole la pace, però bisogna spiegare che è anche necessario aiutare chi si difende", poi ha sottolineato: "Per avviare un percorso di pace si passa anche per l'invio di armi". Critico invece con l'Ue: "L'Europa dovrebbe dire quali sanzioni ulteriori metterà in campo quando è in grado di farlo. Annunciare delle sanzioni e poi verificare che su quelle non c'è l'unità rischia di diminuire la deterrenza dell'Europa nei confronti della Russia".