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Il ministro Bianchi dice che l’insegnamento non può essere un lavoro di ripiego

Il ministro dell’Istruzione spiega la sua visione di scuola del futuro e ricorda le assunzioni e i concorsi straordinari, ma avvisa: “Bisogna avere un percorso più chiaro a livello universitario per permettere a chi vuole fare l’insegnante di sceglierlo sin dall’inizio – spiega Bianchi al Sole 24 Ore – Insegnare non può essere una scelta dell’ultimo momento e questo coinvolge moltissimo le nostre università”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La scuola è ricominciata da pochi giorni insieme alle polemiche: dalle cosiddette classi pollaio alle quarantene che hanno riportato migliaia di alunni in didattica a distanza, ma anche la questione delle mascherine nelle classi di soli vaccinati contro il Covid. Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, oggi ha fatto il punto prima in un'intervista al Sole 24 Ore, in cui ha spiegato che "la scuola del futuro non nasce per la volontà di un pensiero, ma raccogliendo al meglio tutte le esperienze" e che "la riforma della didattica si fa con i docenti, con il personale tecnico amministrativo e con i dirigenti". Per il ministro c'è un'altra riflessione da fare: "Abbiamo fatto quasi 60mila assunzioni in ruolo, abbiamo attuato i concorsi straordinari avviati dal governo precedente, completeremo i concorsi ordinari, ridisegneremo la modalità per dare cadenza regolare ai concorsi ma bisogna avere un percorso più chiaro a livello universitario per permettere a chi vuole fare l'insegnante di sceglierlo sin dall'inizio – ha spiegato Bianchi – Insegnare non può essere una scelta dell'ultimo momento e questo coinvolge moltissimo le nostre università".

Nel primo pomeriggio il ministro ha risposto anche ad alcune interrogazioni durante il question time alla Camera dei deputati, in primis sulla questione degli studenti che potrebbero togliere la mascherina se tutti vaccinati: "In una conferenza stampa ho ricordato le linee guida e i protocolli del ministero della Salute citati nel decreto del 6 agosto – ha spiegato – L'intervento da me compiuto in quella conferenza stampa era e rimane una lettura del decreto, un'indicazione condivisa con le autorità sanitarie e verso cui tendere". E si è difeso: "Non c'è stato da parte mia nessun azzardo".

Il ministro è intervenuto anche sul tema delle classi pollaio: "Di norma il numero massimo di alunni per classe è 27, però bisogna mettere mano in maniera strutturale il rapporto tra studenti e insegnanti – ha sottolineato Bianchi – In questo senso il Pnrr sarà fondamentale per definire l’equilibrio in classe". Per il ministro "è una priorità assoluta per garantire la sicurezza degli ambienti e non solo". La questione del "sovraffollamento delle classi va affrontata strutturalmente, grazie alle riforme del Pnrr".

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