video suggerito
video suggerito

Il ministero sospende il professore che ha minacciato la figlia di Meloni: cosa rischia ora

L’Ufficio scolastico regionale della Campania ha deciso di sospendere in via cautelare Stefano Addeo, il docente di Cicciano (Napoli) che dal suo profilo Facebook aveva minacciato la figlia di Giorgia Meloni. La sospensione durerà fino alla fine del procedimento disciplinare, che è ancora in corso.
A cura di Luca Pons
1.165 CONDIVISIONI
Immagine

Stefano Addeo, il docente del liceo Medi di Cicciano, in provincia di Napoli, è stato sospeso in via cautelare dall'Ufficio scolastico regionale della Campania. Addeo è diventato noto alle cronache sabato scorso, quando Fratelli d'Italia ha condiviso sui social un suo post, attaccandolo. Il post conteneva una minaccia  rivolta a Ginevra, la figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola". Il riferimento era a Martina Carbonaro, 14enne vittima di femminicidio.

Il partito di Meloni aveva oscurato solo il nome di Addeo, ma non la sua foto né la città indicata sul suo profilo. Soprattutto, FdI aveva evidenziato che l'uomo diceva di lavorare presso il ministero dell'Istruzione. Nelle ore successive è diventato noto che si trattava di un professore. Pubblicamente, Addeo si era inizialmente difeso dicendo che il post era stato scritto dall'intelligenza artificiale.

A disporre la sospensione è stato il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale. Addeo resterà sospeso mentre il procedimento disciplinare nei suoi confronti va avanti, per "garantire e tutelare la serenità della comunità scolastica", e nel pieno "rispetto della procedura prevista dalla normativa", ha specificato l'Ufficio. La sospensione quindi non è la sanzione definitiva per il post: si tratta solamente di una misura provvisoria, nell'attesa che le indagini disciplinari arrivino al termine. Poi potrebbe scattare una punizione anche più severa. Non è escluso il licenziamento. È in corso anche un'indagine della Procura di Roma, che potrebbe portare conseguenze sul piano penale.

Ieri Addeo è stato ricoverato a Nola. Avrebbe aver tentato il suicidio ingerendo barbiturici e alcolici. Dopo averlo fatto avrebbe chiamato una collega, che avrebbe allertato il Pronto soccorso. Arrivato in ospedale, Addeo ha detto di aver rifiutato la lavanda gastrica, che più tardi gli è stata comunque effettuata da parte dei medici.

Il professore ha dichiarato di averlo fatto per disperazione: "È una situazione che non riesco a sostenere. ho commesso un errore, ma non dovevo essere crocifisso in questo modo, mi hanno linciato". Secondo quanto raccontato, nei giorni precedenti Addeo sarebbe stato colpito dall'odio online e non solo: "Ho dovuto chiudere gli infissi di casa, dalla strada mi stanno lanciando di tutto. Ci sono motorini che girano e gridano: assassino, assassino, assassino".

Il professore si è scusato pubblicamente e ha chiesto un incontro privato con Meloni per scusarsi di persona. Ma il suo caso ha suscitato indignazione. "L'atteggiamento di chi scrive certe cose per me non è compatibile con la funzione educativa", ha scritto Matteo Renzi, dicendo che Addeo andrebbe licenziato. Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di FdI, ha comunque invitato a moderare l'ostilità online nei suoi confronti: "L'odio non si combatte con l'odio", ha dichiarato. "Chi gli esprime parole di odio sui social amplifica il suo errore. Anche da una vicenda del genere possono sortire buoni effetti se tutti capiscono che le persone vanno rispettate e che i social devono essere luogo di discussione pacata".

1.165 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views