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Il governo rinnoverà il memorandum Italia-Libia sui migranti: cosa dice la mozione approvata alla Camera

La Camera con 153 voti favorevoli, 112 contrari e 9 astenuti ha approvato la mozione della maggioranza sul memorandum d’intesa tra Italia e Libia, in cui si chiede al governo di impegnarsi a rinnovare gli accordi sul per il contrasto dell’immigrazione regolare. Bocciate invece, le due mozioni delle opposizioni contrarie al memorandum.
A cura di Giulia Casula
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La Camera con 153 voti favorevoli, 112 contrari e 9 astenuti ha approvato la mozione della maggioranza (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati) sul memorandum d'intesa tra Italia e Libia, in cui si chiede al governo di impegnarsi per "proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia". Il governo quindi, rinnoverà il memorandum siglato nel 2017, la cui scadenza era fissata per il prossimo 2 novembre.

Sono state invece respinte le due mozioni delle opposizioni contrarie agli accordi con la Libia. Quella di Pd, Avs, +Europa e Italia viva chiedeva di "non procedere a nuovi rinnovi automatici" del memorandum "sospendendo immediatamente ogni forma di cooperazione tecnica, materiale e operativa che comporti il ritorno forzato di persone verso il territorio libico, in violazione del principio di non refoulement quale norma di diritto cogente". No anche alla mozione del Movimento 5 stelle che chiedeva di rivedere l'intesa con il Paese per il contrasto all'immigrazione regolare.

Il testo della mozione

Tre le premesse del testo approvato dall'Aula si legge: "Tutta l'azione del Governo s'inserisce nell'ambito delle previsioni di questo Memorandum e si svolge alla luce del primario obiettivo, dallo stesso previsto, di assicurare il pieno rispetto delle norme di diritto internazionale, con particolare riferimento alla promozione e alla tutela dei diritti umani". La mozione di maggioranza sottolinea che l'intesa "rappresenta uno strumento indispensabile" per prevenire le partenze dalla Libia "nel rispetto delle norme internazionali", anche grazie al coinvolgimento dell'Unione europea, dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Nel testo vengono richiamati i risultati raggiunti, come i rimpatri volontari assistiti di oltre 12mila migranti nel 2025 e la realizzazione del nuovo Centro per il soccorso marittimo di Tripoli (Mrcc) con fondi Ue. "Il rafforzamento della capacità libica – recita il documento – ha consentito il recupero e soccorso di oltre 20mila persone nel corso del 2025, in linea con gli standard internazionali".

Cosa prevede l'accordo e perché le opposizioni lo criticano

L'accordo prevede il sostegno alla cosiddetta Guardia Costiera libica e la collaborazione nel controllo delle frontiere ma dalla sua firma, ha attirato moltissime critiche. Secondo il Tavolo immigrazione e asilo la sua applicazione si è tradotta nella detenzione arbitraria di migliaia di persone in movimento e nel respingimento forzato di oltre 158mila persone verso la Libia, "dove torture, violenze, detenzioni arbitrarie e tratta di esseri umani sono documentate da Onu, Corte Penale Internazionale e organizzazioni indipendenti". Anche la Corte di Cassazione italiana e la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo – ricordano – hanno stabilito che il Paese non è un porto sicuro per lo sbarco delle persone soccorse.

La principale mossa è quella di aver agevolato, con il memorandum, un sistema di violazioni sistematiche dei diritti umani a danno dei migranti, sostenendo pratiche di respingimento e detenzione illegittime, condotte pericolose e violente di intercettazione in mare da parte delle autorità libiche.

Secondo Riccardo Magi "il problema è che la definizione di immigrazione illegale che c'è in Libia non corrisponde a quella del diritto italiano e del diritto europeo. Questo significa che in questi anni il nostro paese ha contribuito materialmente e ha autorizzato, da un punto di vista giuridico, le autorità libiche a compiere atti illegali", ha detto il segretario di +Europa. "Sin dall'inizio quello che le autorità libiche hanno fatto è stato venire meno agli obblighi di soccorso in mare, perché le autorità libiche non sono in grado di svolgere un'attività di ricerca e salvataggio in mare come prevista dalle convenzioni internazionali, che sono degli obblighi per il nostro paese. Sin dall'inizio le autorità libiche hanno minacciato le Ong che svolgevano salvataggi in mare con le armi e con le motovedette che il nostro paese aveva fornito a quelle stesse autorità. Le autorità libiche hanno consentito che avvenissero torture reiterate, violazioni dei diritti umani, detenzioni illegali, violenze, stupri su uomini, donne e bambini nei centri di detenzione per migranti. Tutte queste sono le manifestazioni di una forma di cooperazione con poteri mafiosi", ha aggiunto.

Per Nicola Fratoianni "è arrivato il momento di stracciare una volta per tutte" l'accordo con la Libia, che ha definito "un gigantesco fallimento" perché ha consentito "una sistematica, impunita, drammatica violazione dei diritti umani fondamentali di persone fragili, inermi in Libia, nel mar Mediterraneo".  "Vi riempiete la bocca, il dibattito pubblico si riempie la bocca del tema del contrasto all'immigrazione irregolare, dell'irregolarità, di quanto questo alimenti l'illegalità e l'insicurezza. Certo che l'irregolarità alimenta l'insicurezza: quello che non vedi non lo puoi governare, non lo puoi controllare, non puoi dargli una risposta e chiedergli il rispetto di un dovere. Ma allora perché, qualcuno me lo spiega perché non c'è nessuno  che si sia messo in testa che forse è arrivato il momento di riordinare gli strumenti di governance, anche ordinaria, come la nostra legislazione, e di dire che è chiusa la stagione della Bossi-Fini e forse è arrivato il momento di immaginare nuovi strumenti", ha affermato il leader di Avs.

Il deputato M5S Alfonso Colucci nella dichiarazione di voto ha affermato: "Con questa mozione riportiamo l'immigrazione al centro del dibattito politico. Oggi di immigrazione non si parla più, perché TeleMeloni vuole nascondere il fallimento: quasi 300mila migranti sbarcati in Italia dall'insediamento del governo Meloni, 54.380 al 14 ottobre 2025, in crescita rispetto al 2024. Un fallimento totale". L'accordo "da strumento di contrasto alla tratta di esseri umani si è trasformato in dispositivo che rafforza la tratta, produce migliaia di respingimenti in luoghi di tortura, comporta ulteriore sperpero di denaro pubblico. Le organizzazioni criminali si nascondono dietro la guardia costiera libica. La collusione della Guardia costiera libica con le milizie criminali armate è certificata dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni dell'Onu", ha proseguito accusando il governo di aver consegnato la difesa dei confini ai ricatti della Libia. "Con Almasri è successo questo: se il Governo italiano fosse stato davvero con la schiena dritta, avrebbe eseguito il mandato di arresto della Cpi. Invece si è piegato al ricatto libico. Tutto questo è costato all'Italia ben 290 milioni di euro dal 2017 ad oggi", ha detto. Secondo Colucci il memorandum non va cancellato, ma rivisto "assicurando trasparenza sull'impiego delle risorse nazionali ed europee, il monitoraggio delle condizioni nei centri libici e l'introduzione di condizionalità sul rispetto dei diritti fondamentali", ha concluso.

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