video suggerito
video suggerito

Il governo continua a finanziare genocidio a Gaza: ok all’acquisto di nuove tecnologie militari da Israele

In Commissione Difesa alla Camera, il governo ha dato il via libera all’acquisto di nuove tecnologie militari da Israele, proprio mentre continua l’offensiva su Gaza. L’opposizione compatta, da M5s a Pd, denuncia la scelta come “politicamente miope” e “moralmente inaccettabile”. Nessun rappresentante della Difesa presente al voto.
A cura di Francesca Moriero
7 CONDIVISIONI
Immagine

La Commissione Difesa della Camera ha approvato il programma di acquisto di nuove tecnologie militari israeliane, in particolare radar e apparati elettronici da installare sulla flotta di aerei Gulfstream G500 dell'Aeronautica Militare italiana, con l'obiettivo di convertirli in velivoli per guerra elettronica e attività di sorveglianza. Il voto, che ha visto favorevole solo la maggioranza, è arrivato in un momento drammaticamente delicato: mentre nella Striscia di Gazacontinuano i bombardamenti e la crisi umanitaria si aggrava di ora in ora, l'Italia conferma un'intesa commerciale con Israel Aerospace Industries, azienda di Stato israeliana al centro della produzione militare dello Stato ebraico.

M5S: "Finanziamo il genocidio in corso a Gaza"

La reazione del Movimento 5 Stelle è stata durissima. Il deputato Arnaldo Lomuti, membro della Commissione Difesa, ha infatti attaccato frontalmente l'esecutivo: "Oggi il governo […] non si è nemmeno degnato di mandare non dico il ministro Crosetto ma almeno un sottosegretario della Difesa". In aula era presente soltanto il sottosegretario ai Trasporti e Infrastrutture, Emanuele Iannone, figura non competente in materia militare. Secondo i parlamentari M5s, il governo Meloni "non solo non si associa all'avvertimento lanciato da Gran Bretagna, Francia e Canada" nei confronti di Israele, ma continua anzi a "finanziare il complesso militare-industriale israeliano e quindi il genocidio in corso a Gaza". Per questo, il Movimento ha chiesto che l'Italia "metta in atto una moratoria totale sulla compravendita di armamenti con Israele finché non fermerà i suoi crimini di guerra".

Tensione tra i banchi: proteste anche da Avs e scontro in Aula

Il voto ha innescato una bagarre, prima in Commissione e poi nei corridoi di Montecitorio: il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, si è presentato con una kefiah al collo e ha accusato la maggioranza di "complicità commerciale con uno Stato che sta sterminando un popolo". Grimaldi ha poi gridato "non ci facciamo schifo?", in Aula, chiedendo di interrompere "ogni attività commerciale con Israele". Alcuni esponenti della maggioranza avrebbero chiesto la sua espulsione, ma la seduta si era già conclusa. Il clima resta teso e i toni si sono fatti sempre più duri, tanto da spingere anche il Partito Democratico a intervenire ufficialmente.

Video thumbnail

Il Pd: "Scelta sbagliata e politicamente miope"

Anche i parlamentari del Pd presenti in Commissione Difesa hanno votato infatti contro l'atto, ritenendolo "una scelta politicamente miope", soprattutto in considerazione "della drammatica escalation in corso nella Striscia di Gaza". In una nota, i deputati dem hanno criticato l'assenza di qualsiasi rappresentante della Difesa e hanno chiesto un confronto più ampio, evidenziando la necessità di "valutare le implicazioni politiche, etiche e strategiche" dell'accordo: "Il governo ha ignorato completamente il contesto internazionale e la gravità degli sviluppi in Medio Oriente", hanno scritto, parlando di un atteggiamento "di preoccupante superficialità".

Boldrini: "Meloni venga in Aula, l'Italia non resti complice"

Intanto in aula è intervenuta poche ore fa anche Laura Boldrini, deputata Pd e presidente del comitato permanente sui diritti umani della Camera. Reduce da una missione al valico di Rafah insieme a una delegazione di parlamentari, eurodeputati, docenti e giornalisti, Boldrini ha raccontato la disperazione delle famiglie palestinesi: "Ci hanno parlato di bambini morti di fame, amputazioni senza anestesia, fughe nel cuore della notte". Poi l'appello diretto alla presidente del Consiglio: "Giorgia Meloni venga in Aula e prenda parola sull’abisso umanitario che sta vivendo il popolo palestinese". E un'accusa precisa: "La maggioranza antepone l'alleanza politica con Netanyahu al senso di umanità. Non una parola di cordoglio per i 17mila bambini uccisi".

Il tema non è certo nuovo: già lo scorso anno, infatti, l'Italia aveva importato da Israele forniture militari per un valore di 155 milioni di euro. Un dato citato più volte dai deputati dell'opposizione per dimostrare la continuità delle scelte dell'esecutivo Meloni, al di là delle condanne formali. Mentre in molte capitali europee si parla di sanzioni e di riconoscimento dello Stato palestinese, il Parlamento italiano vota insomma per acquistare componenti elettronici da una delle aziende chiave del sistema militare israeliano. Nessun ripensamento. Nessun segnale di rottura. E mentre l'Italia continua a firmare contratti, Gaza continua a bruciare.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views