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Manovra 2026

Il governo cambia la manovra e toglie fondi al Ponte sullo Stretto: in arrivo 3,5 miliardi per le imprese

È in arrivo un nuovo pacchetto di modifiche del governo alla manovra per 3,5 miliardi di euro. Gli interventi riguarderanno le imprese – dalla Zes a Transizione 5.0 – e comporteranno un definanziamento delle risorse per il Ponte sullo Stretto. Critiche le opposizioni che ora chiedono più tempo per esaminare le misure.
A cura di Giulia Casula
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È in arrivo un nuovo pacchetto di modifiche del governo alla manovra per 3,5 miliardi di euro. Questi soldi saranno destinati alle imprese e riguarderanno in particolare, la Zes e il rifinanziamento di Transizione 5.0. La previsione comporterà una riprogrammazione delle risorse, le quali verranno (temporaneamente) sottratte dal tesoretto messo a disposizione per il Ponte sullo Stretto.

A riferire le ultime novità sulla manovra sono stati componenti di maggioranza e opposizione della Commissione bilancio del Senato al termine dell'Ufficio di presidenza a cui ha preso parte anche il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Oltre alle misure su Transizione 5.0 e Zes citate dallo stesso ministro all'uscita della riunione, ci sarebbero anche interventi riguardanti il caro materiali e la previdenza complementare.

"Ci sarà una riprogrammazione" delle risorse del Ponte, ha detto il relatore del provvedimento, il senatore FdI Guido Quintino Liris interpellato dai cronisti a margine della commissione Bilancio. "C'è un ritardo di questi procedimenti – ha spiegato  – dovuto al fatto che alcune situazioni dovranno vedere delle riprogrammazioni per il fatto che per un anno non si è potuto parlare per ovvi motivi legati all'ambito giudiziario".

Il Mit: "Fondi ricollocati perché i cantieri partiranno nei prossimi mesi"

Dal ministero dei Trasporti chiariscono le ragioni dietro il ricollocamento e assicurano che "Matteo Salvini è determinato a realizzare il Ponte sullo Stretto e farà di tutto per velocizzare il via ai lavori". Il governo "ha garantito la copertura finanziaria per l'opera: a causa dell'intervento della Corte dei Conti, sono in corso gli ulteriori approfondimenti richiesti: per questo, i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato", si legge in una nota.

L'ad di Stretto di Messina Spa Ciucci: "Nessun definanziamento"

"Non c'è alcun definanziamento del ponte sullo Stretto di Messina, come ha confermato il ministero delle Infrastrutture", ha dichiarato amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, all'Ansa. "Si tratta di un dovuto adeguamento e allineamento temporale della copertura finanziaria al nuovo cronoprogramma realizzativo, conseguente alla mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo". Insomma le modifiche sarebbero dovuta alla nuova tabella di marcia che si è resa necessaria dopo i rilievi dei magistrati contabili.

Pd: "Modifiche confermano il fallimento della Manovra"

I nuovi aggiustamenti hanno suscitato l'ira delle opposizioni che ora chiedono più tempo per esaminarli.  "Le modifiche confermano il fallimento di questa manovra che è sbagliata. Ora serve un tempo adeguato al Parlamento per approfondire queste modifiche e capire se sono utili o dannose", ha osservato il senatore Pd Daniele Manca. "Parliamo di emendamenti del governo da 3,5 miliardi che quindi cambiano il saldo della Manovra".

Per la capogruppo di Italia Viva a Palazzo Madama, Raffaella Paita questo cambiamento in corsa rappresenta "una cosa mai vista. Abbiamo preteso tutto il tempo per valutare bene",  ha dichiarato. "Il governo si è accorto adesso che esiste l'adeguamento dei prezzi per il caro materiali nelle opere pubbliche. Peccato che ci siano decine di emendamenti di Iv depositati su questo. E a proposito di infrastrutture, hanno capito che Salvini non è capace di fare il Ponte sullo stretto e quindi lo definanziano. Carramba che sorpresa", ha aggiunto.

M5s: "Il definanziamento del Ponte è ‘game over' per Salvini"

Il definanziamento del Ponte sullo Stretto, sul quale il governo ha investito circa 13,5 miliardi, servirà a recuperare coperture da dirottare sugli interventi per le imprese. Nello specifico, per "finanziare la catastrofica vicenda di Industria 4.0", ha denunciato il dem Antonio Nicita. "La manovra dovrebbe incrementare di oltre 3 miliardi, ma non è ancora chiaro verso quale direzione. Come Pd abbiamo chiesto di definanziare la spesa finora destinata al Ponte, in attesa della soluzione alle criticità avanzate dalla Corte dei Conti. Ma chiediamo con nostro emendamento che il definziamento vada anche a favore di Sicilia e Calabria cui sono stati sottratti fondi Fsc", ha sottolineato.

“Nel grottesco iter della legge di Bilancio a cui stiamo assistendo, con Meloni arrivata all’occultamento sistematico del provvedimento più importante per il paese, assistiamo a un definanziamento del tanto strombazzato Ponte sullo Stretto, le cui risorse verranno riprogrammate sine die per avere “grana” disponibile per rimpolpare una manovra che nei fatti non esiste, visto che Giorgetti la sta riscrivendo", ha attaccato il deputato M5s Agostino Santillo. "Questo altolà al Ponte rappresenta il “game over” per il vessillo di Salvini. Quell’opera non si farà in primis perché il ministro delle Infrastrutture non è in grado, visti gli inciampi e i buchi abnormi nei documenti, ma anche perché pure a destra si sono resi conto che la spesa non vale l’impresa e il nostro paese ha mille-mila necessità più impellenti del ponte fantasioso utile solo ai selfie del leader della Lega e a ingrassare le tasche dei manager della “Stretto di Messina Spa”. Questa è la verità", ha rimarcato.

Quanto all'iter della legge, dopo gli ultimi slittamenti, le votazioni in commissione Bilancio sugli emendamenti alla manovra potrebbero iniziare "già da stanotte o domani mattina", ha annunciato Giorgetti. Questo però "puntando al fatto che entro stasera ci sia l'emendamento del Governo", ha chiuso.

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