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Il decreto Pa è legge, via libera agli aumenti fino a 300 euro per dipendenti pubblici: tutte le novità

Gli enti locali che possono permetterselo potranno aumentare gli stipendi di circa 300 euro al mese (in media) ai loro dipendenti, mentre cambiano le regole per i concorsi pubblici e arrivano nuove assunzioni. Ecco le novità principali del nuovo decreto Pa, convertito in legge dal Senato con 99 voti a favore e 70 contrari.
A cura di Luca Pons
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Il decreto Pa è legge, ha ricevuto 99 voti a favore e 70 contrari al Senato e così, dopo il via libera della Camera delle scorse settimane, ha concluso il suo percorso in Parlamento. All'interno c'è una norma che permette alle amministrazioni locali di aumentare lo stipendio dei propri dipendenti, ma solo se hanno i conti in ordine. Il provvedimento è parecchio ampio, con 49 articoli: cambiano le regole per i concorsi, si prevedono nuove assunzioni. Ma ci sono anche diversi interventi che sono di fatto mancette e favori ai ministri.

Via agli aumenti di stipendio negli enti locali fino a 300 euro, chi li potrà avere

La novità più attesa è quella che riguarda gli stipendi gli aumenti fino a 300 euro al mese per i dipendenti pubblici delle amministrazioni locali. Attenzione: è un intervento per cui il governo non ha stanziato soldi, quindi dipenderà tutto dalle disponibilità economica dei singoli enti locali. Ma la riforma è nelle norme.

Infatti, cambiano le regole per il salario accessorio, cioè la parte di stipendio che si somma alla paga "tabellare" di base. Mentre per i ministeri il decreto prevede 183 milioni di euro, e per la presidenza del Consiglio 7 milioni, per gli enti locali si cambia una normativa che finora fissava un tetto preciso agli stipendi accessori. Ora questi potranno valere fino al 48% della spesa sostenuta nel 2023 per il personale non dirigente. Concretamente, questo potrebbe portare in media a un aumento da 302 euro lordi per tredici mensilità.

L'effettivo aumento però, come detto, dipenderà dal singolo Comune o dalla singola Regione. Infatti, bisogna comunque rispettare i paletti di bilancio già fissati. Insomma, gli aumenti potranno arrivare solo in quelle amministrazioni che hanno i conti in ordine e possono permetterseli. L'obiettivo è recuperare l'ampia differenza tra gli stipendi dei dipendenti pubblici locali e quelli dei ministeriali.

Le nuove regole per i concorsi pubblici

Altra novità riguarda i concorsi pubblici. Saranno centralizzati, ovvero passeranno tutti dalla piattaforma Inpa. Non spetterà alle singole amministrazioni occuparsi di bandire i concorsi, ma le pratiche saranno concentrate nelle mani del Dipartimento della funzione pubblica (che ricade sotto il ministero per la Pubblica amministrazione). Così si cercherà di risparmiare e ridurre i tempi, ma anche di garantire che le condizioni dei concorsi siano le stesse per tutto il territorio nazionale.

In più, le graduatorie degli enti locali vedono la loro durata estesa per un periodo di tre anni. Sarà possibile indire nuovi concorsi anche da parte di enti che hanno già graduatorie valide, e quando le graduatorie scorrono sarà obbligatorio anche comunicare i candidati che possono essere assunti dentro altre pubbliche amministrazioni.

Partono le assunzioni per i diplomati Its

Si prevedono poi alcune assunzioni. Innanzitutto, le persone diplomate agli Its Academy (o Istituti tecnologici superiori) potranno essere presi come funzionari a tempo determinato, con contratto di tre anni, e le amministrazioni potranno dedicare il 10% delle loro assunzioni a loro. Per passare al tempo indeterminato i diplomati dovranno poi laurearsi.

Guardando ai singoli enti, invece, il ministero della Giustizia procederà con 3mila assunzioni per allargare l'organico, di cui 2.600 funzionari e 400 assistenti. Quei dipendenti che sono a tempo determinato oggi potranno essere resi stabili se avranno maturato dodici mesi di lavoro. L'Agenzia per la cybersicurezza potrà spendere quest'anno un milione di euro per le assunzioni, il prossimo quattro milioni, e dal 2027 cinque milioni all'anno.

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