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Il Comune di Chieti non paga le fatture, l’azienda fa pignorare la poltrona del Sindaco

Dopo aver atteso per un anno il pagamento delle fatture per un ammontare totale di oltre 85mila euro, la Cooperativa Girasole ha deciso di agire per vie legali e far pignorare alcuni beni comunali per costringere l’amministrazione a pagare le fatture ed evitare la chiusura dell’azienda e il licenziamento dei 18 dipendenti.
A cura di Charlotte Matteini
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Un atto meramente simbolico, ma comunque pregno di significato quello a cui è ricorsa la cooperativa sociale Girasole. L'azienda ha svolto molti lavori per il comune di Chieti, per un ammontare di 85.467 euro, senza però ricevere il corrispettivo pattuito. La cooperativa Girasole ha gestito per molto tempo la “Casa di Francesco”, che accoglie bambini in gravi difficoltà familiari, affidati dal Tribunale dei Minori ai servizi sociali. Secondo quanto racconta il quotidiano La Stampa, la cooperativa è infatti in attesa del pagamento da circa un anno e dunque, per non protrarre ulteriormente i tempi, ha deciso di ricorrere alla Giustizia, richiedendo al tribunale un decreto ingiuntivo e facendo pignorare dall'ufficiale giudiziario alcuni beni di proprietà del comune di Chieti, quale appunto la poltrona dal sindaco Umberto Di Primio. Secondo quanto si apprende, il pignoramento è meramente simbolico e ammonta a poche centinaia di euro.

Nel decreto ingiuntivo infatti si legge che i beni sotto pignoramento sarebbero una poltroncina da lavoro e un monitor a parete, nulla più. "I beni mobili che abbiamo trovato all’interno sono della Banca d’Italia e del Museo Barbella quindi hanno il vincolo della impignorabilità", hanno spiegato l’avvocato Luciana Di Nardo e la legale rappresentante della cooperativa, Mariacarla Di Renzo. La cooperativa ha deciso di agire per vie legali perché, a causa dell'ingente ritardo, non ha più denaro per pagare le spese di vitto per i minori e lo stipendio ai 18 dipendenti.

Se il Comune non ottempererà al pagamento in tempi stretti, la Cooperativa sarà dunque costretta a chiudere la struttura e a licenziare i suoi 18 dipendenti, molti dei quali operano come assistenti i ai disabili presso altri Enti sul territorio, "con l’ovvia conseguenza di citare immediatamente il Comune di Chieti, per la richiesta danni, cui farà seguito la denuncia alla Corte dei Conti di L’Aquila per danno erariale".

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