Iacono (Pd) a Fanpage: “Meloni riapre lo scontro con Ong e giudici, ma tace sui colpi di mitra dei libici”

Una delegazione del Pd questa mattina è salita sulla nave Mediterranea, ferma per decisione del governo al porto di Trapani, per aver "disobbedito" alle indicazioni del Viminale, sbarcando i migranti che aveva soccorso in mare nel porto siciliano, per motivi di sicurezza, invece di proseguire il viaggio verso Genova, porto assegnato dalle autorità. La priorità per l'Ong era quella di assicurare ai naufraghi le cure necessarie.
"Vogliamo mandare un messaggio al governo Meloni che ha fatto della propaganda sull'immigrazione la propria bandiera. Due anni e mezzo di proclami e nessuna politica seria e concreta per l'immigrazione e soprattutto per l'accoglienza diffusa nel nostro paese", ha dichiarato la deputata nazionale del Pd Giovanna Iacono che insieme al deputato regionale dem Dario Safina, a Cleo Li Calzi, responsabile regionale Pd donne, Valeria Battaglia, segretaria provinciale del partito e Valentina Villabuona presidente dell'Assemblea provinciale dem, oggi ha fatto visita alla nave, in segno di solidarietà.
Esposto di Mediterranea contro la Guardia costiera libica
Negli ultimi giorni lo scontro tra governo e ong si è riacutizzato, e l'annuncio del fermo amministrativo (il provvedimento formale non è ancora arrivato mentre scriviamo quest'articolo) nei confronti di Mediterranea ne è la prova. Mediterranea Saving Humans ora rischia di pagare 10mila euro di multa.
L'organizzazione, assistita dagli avvocati Serena Romano e Fabio Lanfranca del Foro di Palermo, ha depositato, a firma del comandante Paval Botica e del capomissione Beppe Caccia, un esposto penale alla Procura della Repubblica di Trapani: "L'esposto – spiega la ong – ricostruisce i fatti verificatisi durante la missione di ricerca e soccorso appena conclusa, a partire dalle intimidazioni ricevute dalle milizie libiche che avevano circondato la nave in acque internazionali nella mattina di lunedì 18 agosto, fino all'evento della notte tra mercoledì e giovedì 21, quando un gommone militare, sicuramente appartenente alle stesse milizie, aveva scaraventato con violenza in acqua le dieci persone poi soccorse in mare da Mediterranea. All'Autorità Giudiziaria si chiede di indagare su questi episodi, di individuare le responsabilità dei gravi reati commessi da miliziani e trafficanti libici e le complicità italiane nella collaborazione e nel sostegno a questi gruppi criminali".
Oltre alla nave Mediterranea, anche la Trotamar III della CompassCollective è stata sottoposta ieri ad un fermo amministrativo a Lampedusa, con l'accusa all'equipaggio di non aver informato la Guardia costiera libica dopo aver effettuato un soccorso.
Dopo gli spari contro la nave Ocean Viking, partiti da una motodevedetta libica, un dono dell'Italia a Tripoli, l'Unione europea ha reagito chiedendo immediatamente chiarimenti alla Libia. E contemporaneamente la procura di Siracusa aperto un'indagine per tentato omicidio a carico di ignoti per fare luce sull'attacco subito dall'ong Sos Mediterranee. Ma il governo italiano, invece di prendere le difese della nave umanitaria, il cui equipaggio ha rischiato di rimanere ucciso dai colpi d'arma da fuoco, insieme ai migranti che si trovavano a bordo, ha alzato il livello dello scontro con le navi umanitarie.
E così in un tweet il ministro Piantedosi ieri ha messo in chiaro che "È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong", pubblicando anche una foto della nave di Mediterranea, con la notizia del fermo dell'imbarcazione.
Nulla di diverso dalla posizione che anche oggi la presidente del Consiglio ha espresso durante il suo intervento al Meeting di Rimini, la quale non ha detto una parola sugli attacchi e le minacce partite dalla cosiddetta Guardia Costiera libica verso le navi da soccorso, ma ha utilizzato il tema immigrazione per aprire una nuova schermaglia con la magistratura: "Ogni tentativo che sarà fatto per impedirci di governare questo fenomeno" dell'immigrazione illegale "sarà respinto al mittente, non c'è giudice, politico o burocrate che ci impedirà di far rispettare la legge, di combattere gli schiavisti del terzo millennio e di salvare vite umane", ha detto la premier alludendo ai provvedimenti dei giudici che hanno bloccato l'operatività dei centri per migranti in Albania.
La replica di Mediterranea a Piantedosi
Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha replicato così a Piantedosi: "Non prendiamo lezioni sul soccorso in mare, la legalità e la lotta ai trafficanti di esseri umani da Piantedosi e da chiunque abbia liberato un criminale contro l'umanità come Almasri o sostenga la cosiddetta guardia costiera libica che spara contro le navi umanitarie". "Innanzitutto perché è il ministro che ha sempre rifiutato la cooperazione e il coordinamento in mare per le operazioni di soccorso: sorvegliare e punire chi salva vite umane non significa coordinare"
"Secondo – prosegue Marmorale -: Piantedosi dovrebbe riconoscere il valore del soccorso civile in mare e smetterla con sanzioni e assegnazioni di pos punitivi. Terzo: la rotta di Sabratha di cui parla è certamente una delle più pericolose, ma sono gli uomini di Almasri e Trebelsi a gestirla. Il ministro parli con loro quando li incontra, e ciò accade spesso."
"Noi chiediamo la verità, anche giudiziaria, sulle ‘collaborazioni' di questi anni. Aver ‘acquistato' i servizi dei trafficanti e avergli consegnato la Libia, questo è il problema, non le ong o i migranti, vittime innocenti di politiche disumane".
Una delegazione del Pd a bordo di Mediterranea
"Siamo stati a bordo della nave Mediterranea per dare un messaggio forte di vicinanza a chi salva vite in mare, e anche per mandare un segnale al governo nazionale che da due anni e mezzo a questa parte fa solo propaganda, e nessuna politica sull'immigrazione seria e concreta per operare nella direzione che noi auspichiamo, quella dell'accoglienza diffusa nel nostro Paese, ha detto a Fanpage.it la dem Giovanna Iacono.
"Meloni anche dal palco di Rimini continua a rivendicare le sue politiche migratorie, a cominciare dai centri in Albania, che si sono dimostrati un fallimento. Questo governo continua a criminalizzare i migranti e le Ong che salvano vite in mare, e la magistratura, che fa il proprio dovere", ha aggiunto la deputata. "Gli ultimi episodi che hanno riguardato le ong sono gravissimi. Un'altra nave, che si trova adesso al porto di Augusta, la Ocean Viking, è stata attaccata con colpi di mitra. E allo stesso tempo riteniamo inaccettabile che persone già sofferenti, che hanno patito indicibili sofferenze, anche in Libia, debbano essere costrette a fare ulteriori giorni di navigazione. La nave di Mediterranea correttamente si è fermata al porto di Trapani, piuttosto che eseguire l'insensato ordine di raggiungere Genova, che avrebbe comportato per i migranti altri 5 giorni di navigazione", ha sottolineato. "Noi tutto questo lo contrastiamo".
"Il fatto che né Meloni né Piantedosi abbiano condannato l'aggressione della Guardia costiera libica contro la nave di Sos Mediterranee ci dice molto sul livello di democrazia del nostro Paese. Mentre criminalizzano le Ong, gli esponenti di questo governo sono gli stessi che hanno riaccompagnato in Libia un criminale e un trafficante di esseri umani come Almasri su un volo di Stato. Questo non dobbiamo dimenticarlo. E il video diffuso negli ultimi giorni dai media libici aggrava il quadro".
"Il governo preferisce soffiare sulle paure delle persone, alimentare odio e fare propaganda, lasciando la questione immigrazione completamente irrisolta. Il Mediterraneo è stato definito il cimitero più grande d'Europa, gli sbarchi continuano, ma il governo continua a puntare sui Cpr. Non sono queste le politiche che possono risolvere quello che l'esecutivo chiama ‘problema immigrazione'".
Dopo che la Commissione europea ha chiesto spiegazioni al governo libico sull'attacco contro Ocean Viking, non solo c'è stato il silenzio da parte del governo italiano, ma Fdi, attraverso l'eurodeputato Ruggero Razza, ha criticato l'esecutivo Ue di "esasperare" in questo modo le relazioni con la Libia. Secondo Iacono il punto è che il nostro Paese "non dovrebbe fare accordi con la Libia, non dovrebbe consentire alla cosiddetta Guardia costiera di intimidire le navi da soccorso, come avvenuto alla Ocean Viking e a Mediterranea. Meloni chiude gli occhi davanti alle azioni feroci compiute dai libici".