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I sindaci chiudono le scuole, il Governo le apre e poi le richiude: è caos istituzionale

I tanti sindaci che avevano disposto autonomamente la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado sono stati scavalcati dal Governo Conte, che ha intimato la riapertura delle scuole annullando tutte le ordinanze locali. Il problema è che dopo poche ore lo stesso Governo ha decreto d’urgenza la chiusura di tutti gli istituti sul territorio nazionale, scatenando le proteste dei genitori.
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Il caos istituzionale di questi ultimi giorni nella gestione dell’emergenza Coronavirus è simboleggiato dal braccio di ferro tra il Governo ed i Comuni, che sono gli enti più vicini ai cittadini: la popolazione, in caso di difficoltà, non si rivolge certamente a Conte o a Speranza ma direttamente al proprio sindaco. Nonostante questo, i primi cittadini di Italia sono rimasti per giorni senza indicazioni certe su come comportarsi, per cui sono stati costretti a muoversi in ordine sparso. Per questo tra fine febbraio ed inizio marzo sono, fioccate ordinanze sindacali per la chiusura di scuole e l’annullamento di eventi, l’una diversa dalle altre.

Quando, però, i sindaci che avevano chiuse le scuole sono diventati un po’ troppi, a Roma qualcuno ha pensato che si stesse creando troppo allarmismo e che questo non facesse bene né all’immagine del Paese né all’economia. Per cui, domenica sera, sé stato inserita nel decreto d’urgenza del Presidente del Consiglio dei Ministri una clausola scritta in puro burocratese che scavalcava i sindaci ed annullava d’imperio tutte le ordinanze di chiusura. Molti sindaci se ne sono accorti solo il giorno dopo, lunedì, a scuole chiuse tanto era poco chiaro il testo ed in tanti sono stati costretti ad alzare bandiera bianca e a comunicare che il Governo aveva sottratto loro tutti i poteri. Qualcuno ha anche posto il dubbio sul fatto che tutto questo fosse legittimo, visto che il potere di ordinanza per motivi sanitari è attribuito ai sindaci da una legge “speciale”, il testo unico degli enti locali, che dovrebbe avere, nella gerarchia delle fonti, un valore superiore ad un semplice decreto.

Alcuni sindaci hanno contestato il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri ed hanno subito approvato nuove ordinanze di chiusura, in pieno contrasto con Roma. Altri non sono voluti entrare in conflitto con il Governo e la Prefettura. A questo punto al caos si sono aggiunti l’incredulità dei cittadini davanti a quello a cui stavano assistendo e le proteste di milioni di genitori preoccupati per la salute dei propri figli. Simbolo di questa follia amministrativa collettiva il fatto che il Prefetto di Napoli, a metà mattina di ieri, ha comunicato formalmente ai sindaci che “sono efficaci le ordinanze sindacali contingibili ed urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali” intimando di concordare con la Prefettura ogni misura da prendere.

Dopo circa un’ora, però, dal Governo è trapelata la notizia della chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale, confermata da Giuseppe Conte durante una conferenza stampa alle 18.30. Dunque, il Governo ha chiuso le scuole poco dopo aver intimato, con un atto di forza che ha pochi precedenti nella storia repubblicana, di riaprirle perché le misure prese dai sindaci sembravano eccessive. Da oggi le scuole sono chiuse, ma che succederà se si ammalerà di Coronavirus qualche bambino che per due giorni è andato a scuola su ordine del Governo nonostante la volontà contraria del Sindaco?

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