I portuali di Marsiglia bloccano una nave carica di armi diretta a Israele: arriverà vuota a Genova

È una vittoria netta quella ottenuta dai lavoratori portuali francesi nel porto di Fos-sur-Mer, a Marsiglia, in collaborazione con il CALP di Genova. Giovedì 5 giugno, infatti, si sono rifiutati di caricare ben 14 tonnellate di materiale bellico, tra cui nastri per mitragliatrici e pezzi di ricambio, destinato all'esercito israeliano. Il carico, prodotto dall'azienda marsigliese Eurolinks, era pronto per essere imbarcato sulla Contship Era, nave cargo della compagnia israeliana ZIM, diretta ad Haifa. Ma il carico non è mai partito. Dopo aver localizzato i container sospetti e avvisato le autorità, i portuali francesi hanno infatti deciso di bloccare le operazioni: "Non saremo complici del genocidio in corso a Gaza", hanno dichiarato in una nota. L'azione, motivata da un'inchiesta congiunta del sito investigativo Disclose e del media irlandese The Ditch, ha impedito che le armi lasciassero il suolo francese. La Contship Era ha dunque lasciato il porto di Marsiglia senza il carico militare previsto. La nave è attesa, vuota, a Genova nella giornata di sabato 7 giugno.
La nave parte vuota: il carico per Israele resta a terra
José Nivoi del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova ha dichiarato a Fanpage.it che si tratterebbe infatti solo di "un semplice scalo tecnico per rifornimento, senza movimentazione di merci". In ogni caso, la mobilitazione non si ferma, il CALP e il sindacato USB Porto avevano infatti già convocato un presidio per oggi pomeriggio, 6 giugno, al varco di Ponte Etiopia, a Genova, poi posticipato proprio a sabato mattina alle ore 8, proprio per verificare che la nave arrivi "effettivamente senza armi a bordo", spiegano. Lo scorso 4 giugno, il CALP aveva già pubblicato un appello sui propri canali social, avvertendo che la nave israeliana sarebbe giunta nei giorni successivi anche a Genova: "Chiediamo a tutti di esserci, per opporci a questo traffico di morte", scrivevano. La mobilitazione si è così attivata in poche ore, con presidi e comunicati.
Nivoi (Calp): "Manterremo sempre alta l'attenzione"
Dopo il rifiuto francese, la tensione è calata ma non certo l'attenzione: "Sappiamo che le armi possono essere caricate in container non riconoscibili, con il consenso silenzioso di terminalisti, armatori e autorità", spiega Nivoi, "Per questo manterremo alta la vigilanza". Il timore dei portuali genovesi è infatti che, al di là di questo singolo episodio, il porto venga regolarmente usato per il transito di armi destinate a teatri di guerra, come è già successo ampiamente in passato. Per questo, le richieste sono precise: trasparenza, presa di posizione delle istituzioni, blocco reale del commercio di armi verso Israele, contro il genocidio in Palestina. "Questa, comunque, è certamente una vittoria della solidarietà operaia internazionale" spiega Nivoi, "Da anni ci battiamo contro il traffico di armamenti nel nostro porto. Non è un simbolismo, ma un intervento concreto contro la guerra".
Nel frattempo, alle ore 18 di oggi, venerdì 6 giugno, CALP e USB terranno una conferenza stampa presso Music for Peace, a pochi passi dal varco portuale di Genova. L'obiettivo, spiegano," è informare la cittadinanza e i media sull'accaduto e rilanciare la campagna contro il traffico d'armi".