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Grillo lancia il #SequestryPD: “Espropriamo le sedi del Partito Democratico”

Il leader del Movimento 5 Stelle torna ad attaccare il PD sui rimborsi elettorali: “Il pdmenoelle (quota ex Ds, ex Pds, ex Pci) dispone di 2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni. Sequestriamoli in attesa delle decisioni della Corte che non potrà che essere la restituzione del maltolto allo Stato”.
A cura di D. F.
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Nel giorno in cui un gruppo di disoccupati ha tentato di occupare la sede del Partito Democratico a Roma, Beppe Grillo lancia una proposta destinata a far discutere: il #SequestryPd, un nuovo attacco frontale al "pdmenoelle", "colpevole" secondo il comico genovese e leader del Movimento 5 Stelle di aver incassato ancora una volta decine di milioni di euro dei rimborsi elettorali. Per questo la sua proposta è dirompente: quella di sequestrare, in via preventiva, i 2.399 immobili di proprietà del partito per restituirli ai cittadini. "Sequestriamoli in attesa delle decisioni della Corte che non potrà che essere la restituzione del maltolto allo Stato. Ne dubitate? Anche un bambino capirebbe che aggirare un referendum è incostituzionale".

I partiti hanno truffato gli italiani. Gli hanno estorto 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici nonostante il voto contrario di un referendum. Dopo anni di silenzio omertoso delle istituzioni, il procuratore del Lazio Raffaele De Dominicis ha sollevato la questione di illegittimità costituzionale dei cosiddetti rimborsi elettorali che "sono da ritenersi apertamente elusive e manipolative del risultato referendario e quindi materialmente ripristinatorie di norme abrogate". I partiti sono indifferenti alla volontà popolare, cambiano il significato delle parole per ingannare i cittadini. Sempre la Corte dei Conti: "tutte le disposizioni impugnate dal 1997… hanno ripristinato i privilegi abrogati con il referendum del 1993 facendo ricorso a artifici semantici, come il rimborso al posto del contributo, gli sgravi fiscali al posto del contributo". In attesa del responso della Corte Costituzionale che ha la velocità di un gasteropodo quando si tratta dei privilegi dei partiti, come è avvenuto per il Lodo Alfano e per la legge elettorale Porcellum, si dovrebbe avviare un'azione di sequestro preventivo dei patrimoni immobiliari dei partiti e una sospensione degli stipendi ai loro dipendenti. Il pdmenoelle è il partito del "chiagni e fotti", ha come alfieri Renzie, che è contro il finanziamento pubblico, ma i soldi dei "rimborsi" li ha sempre utilizzati (va ricordato che il tesoriere della Margherita era Lusi, finito in carcere) e Capitan Findus Letta, il ballista d'acciaio, che voleva abolire il finanziamento e poi ha incassato una rata di 91 milioni di euro insieme agli altri partiti a luglio. Il pdmenoelle spende per sedi e stipendi dei suoi impiegati venti milioni all'anno, l'autofinanziamento è di soli otto milioni. Senza i soldi estorti ai contribuentiBersani e D'alema dovrebbero lavorare da casa, ai domiciliari con i figli che gli accendono il computer e inviano le email. Il pdmenoelle (quota ex Ds, ex Pds, ex Pci) dispone di 2.399 immobili che hanno un valore di circa mezzo miliardo di euro affidati a 57 fondazioni che, beffa nella beffa, a cui si può versare il 5 per mille in quanto enti di volontariato. Sequestriamoli in attesa delle decisioni della Corte che non potrà che essere la restituzione del maltolto allo Stato. Ne dubitate? Anche un bambino capirebbe che aggirare un referendum è incostituzionale. La domanda è però se la Corte Costituzionale è costituzionale.

Partecipa su Twitter con #SequestryPD (nb: sequestrare in inglese è sequester,sequestry è una licenza poetica)

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