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Governo diviso, ma l’obbligo vaccinale in autunno si avvicina

Ormai chiaro che le prossime settimane decisive. Molto dipenderà da quante dosi di vaccino anti Covid si riusciranno a somministrare nei prossimi giorni, ma se entro settembre non si riusciranno a raggiungere le quote auspicate, allora il governo potrebbe istituire l’obbligo vaccinale per legge. Anche se non tutti, nell’esecutivo, sono d’accordo.
A cura di Annalisa Girardi
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In realtà se ne sta parlando già da alcuni giorni, ma la notizia arrivata oggi dagli Stati Uniti sul via libera definitivo della FDA, la Food and Drug Administration, al vaccino di Pfizer BioNTech potrebbe velocizzare il processo per introdurre l'obbligo vaccinale. Il quale potrebbe anche riguardare solo specifiche categorie, come i dipendenti pubblici, o essere più generalizzato per fasce di età, ad esempio per tutti gli over 40. Ancora nulla è stato stabilito, ma è ormai chiaro che quelle che abbiamo davanti saranno settimane decisive. Dopo la brusca frenata delle vaccinazioni nel mese di agosto, molto dipenderà da quante dosi si riusciranno a somministrare nei prossimi giorni. Ma se entro settembre non si riusciranno a raggiungere le quote auspicate, allora il governo potrebbe istituire l'obbligo di vaccinarsi per legge.

Lo ha detto anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che in un'intervista con La Stampa ha spiegato: "Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell’80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo. Questa è l’ultima chiamata alle vaccinazioni". Sileri ha spiegato che si potrebbe anche andare ad agire solamente per quanto riguarda le fasce più a rischio: "Qualcuno ha parlato di over 50, ma io andrei a proteggere chi ha più di 40 anni. Non possiamo continuare a rallentare il lavoro ordinario degli ospedali. È assurdo pensare di dover lasciare ancora indietro tutti quei malati che non hanno il Covid ma aspettano delle cure", ha precisato. Aggiungendo anche che probabilmente si dovranno rivedere i termini con cui parlare degli obiettivi per quanto riguarda l'immunità di comunità: se prima infatti si parlava dell'80% di vaccinati per raggiungere questo traguardo, secondo Sileri con la variante Delta è probabile che questa percentuale debba salire.

Ieri l'altro sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervistato dall'Ansa si era detto favorevole all'obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici e per tutti coloro che lavorano nei servizi essenziali, in modo da garantirne la continuità. Oggi, parlando con l'AdnKronos Salute, Costa ha ribadito: "Ho sempre detto che sull'obbligo non sono contrario a priori, però i problemi vanno affrontati quando si presentano. Era fisiologica una flessione sulle prenotazioni ad agosto, ma in queste ore c'è già un ripresa. Dopodiché, credo che l'obbligo vaccinale dovrà essere valutato se il problema persisterà". E ancora: "Se con la vaccinazione volontaria non riusciamo a raggiungere l'obiettivo dell'immunità di gregge è chiaro che dobbiamo prendere in considerazione anche l'obbligo vaccinale partendo da alcune categorie".

Nel governo, però, non tutti sono d'accordo. Il leader della Lega, Matteo Salvini, oggi ha affermato: "Nessun Paese europeo ha l'obbligo vaccinale. Nessuno si permetta di ipotizzare un obbligo in generale, men che meno sulla pelle di bimbi e ragazzi". E alle ipotesi avanzate in queste ore ha replicato: "Invitiamo, spieghiamo, educhiamo, ormai sono quasi 40 milioni gli italiani che fortunatamente hanno scelto liberamente la via della vaccinazione, però vedere le scene di poliziotti che mangiano un panino in piedi fuori dalla mensa è vergognoso. Non ci sono poliziotti di serie A o di serie B".

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