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Governance al Mef ma stessa impostazione: come cambia il Recovery plan di Draghi

Mario Draghi ha spiegato chiaramente, nel suo discorso programmatico al Senato, l’indirizzo che prenderà il nuovo governo sul Recovery plan. Si partirà dal Piano di ripresa e resilienza lasciato in eredità dal governo Conte, e i temi saranno quelli: dallo sviluppo sostenibile alla transizione ecologica, ma anche le riforme di fisco, giustizia e pubblica amministrazione. La governance sarà incardinata nel Ministero dell’Economia, ma collaborerà con i dicasteri competenti e il Parlamento sarà costantemente informato dell’evoluzione dei progetti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Sviluppo sostenibile e transizione ecologica ma anche fisco, giustizia e pubblica amministrazione. Le parole d'ordine del discorso di Mario Draghi al Senato, quando va a toccare più concretamente il tema del Recovery plan, sono chiarissime. A cominciare da un punto cruciale: "Il precedente governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza, le missioni potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle". Discontinuità fino a un certo punto, dunque. A chi chiedeva un totale cambio di rotta rispetto al Recovery plan di Giuseppe Conte, Draghi risponde con un secco no. Due motivi: i temi intorno ai quali ruoterà il piano sono stati stabiliti dall'Europa, e non si può buttare tutto il lavoro fatto dal governo uscente.

Draghi ha elencato le missioni una per una nel suo discorso, per sottolineare come i temi già trattati e annunciati saranno il fulcro dei progetti del Next Generation Eu: "L’innovazione, la digitalizzazione, la competitività, la cultura, la transizione ecologica, le infrastrutture per la mobilità sostenibile, la formazione e la ricerca, l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale, la salute e la relativa filiera produttiva". Le prossime settimane serviranno a rafforzare la parte strategica del programma, tenendo conto degli obiettivi: "La produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G".

La governance del Pnrr è incardinata nel Ministero dell'Economia, con una stretta collaborazione con gli altri dicasteri competenti delle diverse materie. Ma il Parlamento "verrà costantemente informato sia sul complesso che sulle politiche di settore", ha assicurato Draghi. Il presidente del Consiglio ha spiegato che il piano verrà strutturato sul lungo termine, anche perché è ciò che chiede l'Ue, che punta ad azzerare le emissioni di CO2 nel 2050. Per quanto riguarda le riforme, invece, Draghi ha individuato con chiarezza quelle fondamentali a cui lavorare fin da subito: il fisco in primis, con una profonda revisione dell'Irpef, poi la pubblica amministrazione, che ha una fragilità che va "affrontata rapidamente", e la giustizia, aumentando l'efficienza del sistema.

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