Global Sumud Flotilla

Global Sumud Flotilla, Croatti (M5s): “Inaccettabile dire che ce la siamo cercata. Serve aprire un corridoio umanitario”

Nell’intervista a Fanpage.it, Marco Croatti, unico parlamentare M5S a bordo della Flotilla diretta a Gaza, respinge le accuse della destra e denuncia la mancanza di responsabilità del governo italiano. Racconta la preparazione della missione, gli scenari possibili in mare e la pressione dal basso che “sta già spingendo la politica e l’Ue a cambiare atteggiamento”.
A cura di Redazione
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di Francesca Moriero e Saverio Tommasi

A bordo della Flotilla diretta a Gaza, che partirà in giornata, viaggiano attivisti, volontari e rappresentanti politici europei: tra loro c'è anche Marco Croatti, unico parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha scelto di condividere questa missione civile con colleghi di altri partiti e Paesi. La rotta è carica di incognite, ma l'obiettivo è chiaro: rompere simbolicamente l'assedio imposto da Israele a oltre due milioni di persone e provare ad aprire uno spiraglio umanitario.

Alla vigilia della partenza, intervistato da Saverio Tommasi, Croatti racconta a Fanpage.it il clima di attesa e le tensioni che accompagnano la missione. Il confronto comincia dal nodo più discusso: gli incendi a bordo, sulle coste tunisine, e le dichiarazioni arrivate da esponenti del governo e della maggioranza. Le parole del senatore Marco Lisei (FdI),  secondo cui l’incendio scoppiato su una delle imbarcazioni della Flottilla sarebbe stato un incidente "interno", o quelle del ministro Tajani, che aveva liquidato l'iniziativa con un "chi parte sa a cosa va incontro", hanno acceso infatti la polemica politica e il parlamentare non ne nasconde l'amarezza: "Stanno dicendo che se succede qualcosa ce la siamo andata a cercare". Poi si ferma un attimo e scuote la testa: "Mi dispiace che ci sia così poca serietà davanti a un tema così drammatico. Le immagini della Tunisia sono incommentabili. Far finta di non capire è sconsiderevole. Dire che ce la siamo andati a cercare significa continuare a scaricare le colpe, non prendersi la responsabilità e chiudere gli occhi come Paese. Questo è inaccettabile. Per fortuna i cittadini si sono svegliati: la politica ora sta solo facendo parte di un movimento che nasce dal basso".

Prepararsi al mare

Croatti racconta poi l'addestramento ricevuto dall’organizzazione prima della partenza: giornate di training per ipotizzare gli scenari possibili in mare, dalle difficoltà logistiche al rischio di fermo da parte delle autorità israeliane: "L'organizzazione ha fatto diverse giornate ragionando su quello che può succedere. Partecipare al training era fondamentale per capire gli scenari. Ci sono diverse possibilità. Noi sappiamo cosa fare e dove andare. Dall’altra parte non si sa la reazione, ed è quello che abbiamo affrontato". Poi chiarisce la posta in gioco: "La possibilità di arrivare a terra, di portare un primo corridoio umanitario, di aprire un canale. Non sono gli aiuti in sé, che non sono certo sufficienti per la Palestina, ma è aprire finalmente un canale per poter portare davvero gli aiuti umanitari", spiega il parlamentare pentastellato.

Diplomazia e pressioni dal basso

Se il governo italiano non sembra intenzionato ancora a garantire copertura diplomatica alla missione, come invece fatto dalla Spagna di Pedro Sánchez, Croatti sottolinea che qualcosa si muove: "Le dichiarazioni della von der Leyen, le discussioni sulle sanzioni, i vertici internazionali: fino a poco tempo fa non esisteva nulla di simile. Vuol dire che la pressione dal basso sta facendo effetto. Anche le parole del ministro Tajani cambiano di giorno in giorno".

"Non sono solo, dietro di me c'è una comunità"

A chi lo accusa di imprudenza, Croatti replica con decisione: "Penso che sia stato il Movimento 5 Stelle a farmi alzare dal divano quando ho convinto i cittadini a partecipare in prima persona. Questo è un movimento di cittadini. Oggi ho un ruolo da parlamentare, ma sono sicuro che dietro di me c'è tutta la mia comunità. Lo sento, me lo scrivono, me lo dicono. Abbiamo anche votato per dare un milione di euro di aiuti diretti. Sono spinto dalla mia comunità, dalla mia famiglia e dai miei figli".

Un vento che cambia

Alla fine, un pensiero che accompagna la missione. Croatti cita Seneca: "Non c’è un buon vento per un marinaio che non sa dove andare". Poi sorride: "Secondo me il vento adesso è arrivato. È arrivato ai cittadini".

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