Global Sumud Flotilla, governo non ha pagato per i voli di ritorno degli italiani fermati in Israele

Oggi dovrebbero essere liberati gli ultimi 15 italiani detenuti in Israele, che facevano parte della spedizione della Global Sumud Flotilla, intercettata dalle Idf nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, mentre navigava verso le coste di Gaza, per rompere l'assedio israeliano e aprire corridoi umanitari sicuri e stabili.
Il primo gruppo con 26 italiani, di cui faceva parte anche il nostro giornalista Saverio Tommasi, è rientrato in Italia sabato, con un volo partito da Istanbul. Il giorno precedente, venerdì, sono stati liberati i quattro parlamentari italianiche hanno partecipato alla missione, Arturo Scotto (Pd), Annalisa Corrado (Pd), Benedetta Scuderi (Avs) e Marco Croatti (M5s), raccontando di aver subito vessazioni per diverse ore, di essere stati maltrattati dai militari israeliani e di non aver ricevuto da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nemmeno una telefonata. Oggi invece gli altri attivisti italiani dovrebbero atterrare ad Atene, prima di prendere un volo diretto in Italia. Arriveranno stasera in Italia, e poi prenderanno le coincidenze per diverse città. Nel gruppo in arrivo oggi c'è anche Tony La Piccirella, che è stato anche lui in carcere in Israele, dopo essersi rifiutato di firmare l'ordine di rimpatrio
"Mentre attendiamo il rientro dei nostri 15 compagni che, via Atene, arriveranno finalmente a casa, ci teniamo a sottolineare che anche per loro – così come per i 26 rientrati l'altra sera – le spese di viaggio per il rientro non sono state sostenute dal nostro governo che, almeno in questo caso, ha mantenuto la promessa fatta", ha denunciato Maria Elena Delia, portavoce dell'iniziativa umanitaria. A quanto risulta a Fanpage.it, la Farnesina si è soltanto offerta di anticipare le somme per il rientro degli attivisti da Istanbul, attraverso il consolato, ma si è rifiutata di coprire le spese dei biglietti aerei. Ricordiamo che tutti i membri della Flotilla, sequestrati in acque internazionali da Israele, sono stati anche privati delle loro carte bancomat e dei loro telefoni, per cui senza un contributo esterno non avrebbero potuto pagare il viaggio di ritorno. Le spese per il viaggio saranno sostenute dal Global Movement to Gaza, così come è avvenuto in precedenza.
"Nel frattempo – ha scritto ancora Maria Elena Delia – invitiamo tutte e tutti a tenere alta l'attenzione sulle barche della Freedom Flotilla Coalition e di Ten Thousand Madleens che stanno navigando in acque internazionali verso Gaza, con il nostro stesso obiettivo, lo stesso di chiunque abbia sinceramente a cuore il popolo palestinese: rompere un assedio illegale che strozza la Striscia dal 2007, fermare immediatamente questo genocidio, fermare l'espansione e l'occupazione illegale israeliana dei territori palestinesi, aprire corridoi umanitari permanenti. All eyes on Gaza". Il riferimento della portavoce della Flotilla è alle imbarcazioni partite dalla Turchia e a quelle salpate dai porti di Otranto e Catania, con a bordo anche italiani, che stanno seguendo la stessa rotta delle circa quaranta imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, che hanno subito un arrembaggio a meno di 50 miglia nautiche dalla costa di Gaza.
La missione della delegazione italiana è stata seguita, fin dal principio, da un gruppo di legali, il cui intento è stato quello di "tutelare i diritti degli attivisti", spiega all'Adnkronos l'avvocato Francesca Cancellaro, del team legale della Sumud Flotilla. Cancellaro ricorda che i legali hanno "fatto due diffide e presentato un esposto. La prima diffida risale al 24 settembre, data in cui si richiedeva al Governo l'attivazione immediata delle comunicazioni diplomatiche, della protezione consolare e di ogni misura atta a tutelare i diritti dei partecipanti alla missione. Il 3 ottobre – ha spiegato l'avvocato – abbiamo presentato questo esposto presso la Procura di Roma volto a ottenere che la magistratura italiana assicuri l'attivazione dei procedimenti penali nei confronti dei responsabili dei ripetuti attacchi alla missione, a tutela dei diritti dei cittadini sequestrati e in difesa del principio di legalità internazionale".
Cancellaro sottolinea che l'esposto presentato "tiene conto di qualsiasi violazione, dagli attacchi con i droni durante la navigazione fino ad arrivare al sequestro degli attivisti in acque internazionali che, poi, si è protratto".
"L'ultima diffida è stata presentata ieri all'autorità diplomatica e consolare italiana ed europea per l'accertamento delle condizioni di detenzione delle persone illegalmente trattenute, l'adozione di ogni misura a tutela dei diritti e l'immediata interruzione di ogni relazione bilaterale con lo stato di Israele". Il lavoro del team legale è "appena cominciato. Ci riserveremo ulteriori iniziative, anche perché d'ora in poi ci saranno nuovi scenari giuridici che dovranno tenere conto delle testimonianze e dei riscontri dei protagonisti", ha spiegato l'avvocato.
Cancellaro ha sottolienato che il team legale italiano ha "un collegamento diretto con gli avvocati che hanno assistito gli attivisti fin dalle prime ore, le più drammatiche, del sequestro". Quanto alle prossime mosse dei legali, Cancellaro ha detto che il "panorama verrà arricchito in questi giorni. Dopo avere parlato con tutti i partecipanti faremo delle valutazioni. Che ci siano state delle violazioni del diritto è sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo dare una ricostruzione che sia giuridicamente fondata".