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Giustizia, Draghi: “Ampia condivisione sulla riforma, non porremo la fiducia”

Il Consiglio dei ministri ha approvato gli emendamenti al disegno di legge sulla riforma della Giustizia. Draghi: “Non ci sarà la fiducia e i partiti hanno assicurato l’impegno a sostenere la riforma”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la riunione del Consiglio dei ministri si è tenuta la conferenza stampa con il premier Mario Draghi e i ministri dell'economia Daniele Franco e della Giustizia Marta Cartabia. "È stata una discussione ricchissima, anche molto condivisa, che ha raggiunto alcuni obiettivi: condivisione dell'impianto della riforma, la delimitazione di aree in cui permangono differenze di vedute e l'impegno ad adoperarsi con i capigruppo per approvare la riforma in tempo utile per l'elezione del prossimo Csm. Non ci sarà la fiducia e i partiti hanno assicurato l'impegno a sostenere la riforma", ha detto il presidente del Conisglio Mario Draghi.

"Nel primo trimestre – ha aggiunto Draghi – c'è un rallentamento della crescita, le cifre dell'Italia sono meno marcate di altri paesi europei anche se la Commissione per l'Italia prevede una crescita del 4,1, superiore a quella di Francia e Germania. Ci sono rischi sul prezzo dell'energia energia e sull'inflazione. Abbiamo presenti queste categorie di rischi e governo sta lavorando. L'importante e' mantenere la crescita per affrontare i mercati con fiducia". 

"Voglio unirmi alle celebrazioni per la giornata mondiale delle donne e ragazze in scienza e per questo mercoledì sarò con il premio Nobel Parisi al laboratorio nazionale del Gran Sasso per incontrare le tante lavoratrici e ringraziarle per l'impegno". ha aggiunto il premier.

"La riforma dell'ordinamento giudiziario e del Csm era una riforma ineludibile, per una ragione imminente, che è la scadenza del Consiglio superiore attualmente in carica e che dovrà rinnovare le cariche nel mese di luglio ma anche per accompagnare e stare al fianco della magistratura in questo percorso di rinnovamento e pieno recupero della fiducia e della credibilità, su cui ancora pochi giorni fa il presidente della Repubblica ha fatto un richiamo importante nel suo messaggio alle Camere", ha detto al ministra Cartabia nel suo intervento.

"Si è messo mano alla riforma del sistema elettorale del Csm, si è riscritto il capitolo delle cosiddette porte girevoli, e altri temi meno dibattuti, come le valutazioni di professionalità la disciplina dei magistrati fuori ruolo", ha aggiunto la ministra Cartabia.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato all'unanimità gli emendamenti al disegno di legge in discussione in Parlamento per la riforma della Giustizia. Gli emendamenti conterranno la separazione delle funzioni dei magistrati, la riforma del Csm e lo stop delle ‘porte girevoli' per le toghe, che non varrà per gli incarichi in corso. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, magistrato, non ha partecipato ai lavori del Consiglio dei Ministri per "sensibilità istituzionale".

Forza Italia ha "chiesto e ottenuto" il via libera alla separazione delle funzioni, che è una "battaglia storica del partito", che "andrà ulteriormente migliorata in Parlamento, senza opposizione del governo".

"La riforma del Csm portata in cdm ritorna al testo dell'ex ministro Bonafede e contiene quel fondamentale principio che abbiamo sempre sostenuto: lo ‘stop' alle porte girevoli fra politica e magistratura senza eccezioni. Esamineremo il testo in Parlamento, con l'auspicio di approvarla definitivamente prima del rinnovo delle cariche al Csm, ma intanto possiamo dirci soddisfatti", hanno fatto sapere dal M5s.

Cosa prevede la bozza del testo della riforma

Nella bozza del della riforma si specifica che i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che hanno ricoperto cariche politiche elettive (da parlamentare nazionale ed europeo, consigliere e presidente di giunta regionale, a consigliere comunale e sindaco) al termine del mandato "sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti".

Per quanto riguarda l'elezione della componente togata del Csm, la ministra Cartabia ha proposto un sistema maggioritario binominale, con un'attenzione alla parità di genere, e con un correttivo proporzionale, con lo scopo di favorire il pluralismo. Il sistema elettorale si baserà su candidature individuali, e cioè ogni candidato può correre da solo, senza l'appartenenza a liste o correnti.

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