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Giustizia, c’è l’accordo M5s-Pd sulla riforma entro il 2019: “Dimezzeremo tempi processi”

Vertice a Palazzo Chigi tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando: la riforma della Giustizia si farà e arriverà entro il 31 dicembre, assicurano. L’obiettivo è quello di dimezzare i tempi dei processi, come afferma Bonafede.
A cura di Stefano Rizzuti
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La riforma della giustizia verrà varata, con una legge delega in Parlamento, entro il 31 dicembre. Questo è l’obiettivo del governo, annunciato dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che punta a dimezzare i tempi dei processi con un tetto massimo per quelli penali di quattro anni e uno medio, sempre di quattro anni, per quelli civili. Su alcuni punti è già stata trovata un’intesa durante il vertice di Palazzo Chigi tra lo stesso Bonafede, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il vicesegretario del Pd ed ex guardasigilli Andrea Orlando. “Stiamo rivoluzionando la giustizia italiana”, afferma Bonafede al termine dell’incontro: “Abbiamo condiviso l'impianto e gli strumenti per arrivare rapidamente ad un netto miglioramento del processo civile e penale anche sotto il profilo dei tempi”.

Non si parla della riforma della prescrizione, per il momento, come fa sapere lo stesso Bonafede: “L'obiettivo è quello di approvare la riforma entro il 31 dicembre e di questo sono molto orgoglioso: quando si lavora nell'interesse dei cittadini si trova sempre una piattaforma comune, che chiaramente deve essere discussa con i parlamentari”. Escluso dall’intesa anche il metodo di elezione del Csm, che sembra non sia stato ancora stabilito: “Posso dire – afferma il ministro – che il sorteggio per il Csm è l'unico punto di divergenza che dovrà essere approfondito”.

Orlando sottolinea che c’è l’intenzione di riformare il Csm, ma sul come le distanze rimangono. Bonafede è certo della sua posizione: “Occorre spezzare i legami tra politica e magistratura e combatterli per estirpare tutte le degenerazioni delle correnti della magistratura. Ho già cominciato a lavorare per avere norme molto rigide che impediranno sia la degenerazione delle correnti sia i legami tra politica e magistratura”. Altro argomento non ancora affrontato, o su cui comunque manca per ora l'intesa, è quello del carcere per i grandi evasori. Per Bonafede non ci sono dubbi: “Siamo d’accordo come forze di governo che sarà un obiettivo, ma oggi non è stato oggetto di trattazione specifica”.

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