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Giuseppe Conte boccia la patrimoniale: “Non serve, l’Italia può crescere anche senza”

Il leader del Movimento 5 Stelle si schiera contro l’ipotesi di una tassa sui patrimoni di cui si è tornati a parlare negli ultimi giorni: “Tutto si può fare se hai visione – dice Conte – senza ricorrere a una patrimoniale”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Abbiamo fatto crescere l'Italia in due anni, più 12% di Pil, senza alcuna patrimoniale. Tutto si può fare se hai visione, senza ricorrere a una patrimoniale". Giuseppe Conte entra così, a gamba tesa, nel dibattito su una nuova imposta progressiva sui patrimoni. Il leader del Movimento 5 Stelle, intervenendo ad Avanti Popolo su Rai 3, utilizza i risultati economici raggiunti dal suo secondo governo per dimostrare che non c'è bisogno della patrimoniale. Anche se, va ricordato, la situazione era senz'altro particolare dopo la prima fase della pandemia di Covid, da qui il rimbalzo economico così evidente. Conte, però, non ha dubbi nello schierarsi nettamente nel dibattito tornato in auge negli ultimi giorni.

Il leader pentastellato, nell'intervista, tocca anche molti altri argomenti di attualità. Dal giurì d'onore, che sentirà sia lui che Giorgia Meloni in settimana, alle elezioni europee: "Sui candidati abbiamo qualche idea di qualche esponente della società civile, anche più di uno. La società civile può dare dei contributi, se ci aiutano a rafforzare il nostro progetto". Quanto ai leader in campo, l'ex premier attacca: "Se Meloni e Schlein si dovessero candidare e una volta elette non andassero in Europa, secondo me sarebbe una presa in giro. Io sono per una politica che sia conseguente, questo invece è un inganno".

E ancora: campo largo? "Io dico campo giusto", risponde Conte. Il rapporto con Schlein è "buono", ma attenzione: "Il mio obiettivo non è avere un punto in più del Pd alle europee – dice il leader pentastellato – A me interessa il progetto politico, la traiettoria politica, la direzione di dove stiamo andando, se stiamo andando bene".

Conte promette che non tornerà indietro sul vincolo dei due mandati: "È l'età in cui diamo spazio ai giovani, mi piacerebbe continuare a poter dare un contributo teorico culturale, ma bisogna dar spazio a nuove leve – spiega il presidente grillino – Ho una certa età, abbiamo la regola del doppio mandato, l'ho sottoscritta, sarei vile se, qualora toccasse a me, la tradissi".

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