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Gimbe: “Con così tanti casi rischiamo lockdown di fatto, servono ancora mascherine e distanziamento”

“Indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto”: lo afferma il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nel monitoraggio settimanale che certifica l’impennata di nuovi casi.
A cura di Annalisa Girardi
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Preoccupa sempre di più la diffusione della variante Omicron nel nostro Paese. La curva dei contagi si impenna e la situazione negli ospedali rischia di diventare critica. In tutto questo il sistema di testing & tracing è andato in tilt: inoltre i numerosi falsi negativi che emergono dai tamponi antigenici ci dicono che il reale numero di positivi è ancora più elevato. Numero che, anche con le nuove regole sulla quarantena, rischia comunque di tradursi in un lockdown di fatto. È quanto sottolinea la fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale sulla situazione epidemiologica nel Paese.

Vediamo come prima cosa i dati aggiornati, che ci descrivono una crescita dei numeri su tutti i fronti: da quello dei contagi, a quello dei ricoveri e dei decessi.

  • Decessi: 1.024 (+16,1%), di cui 36 riferiti a periodi precedenti
  • Terapia intensiva: +133 (+13,1%)
  • Ricoverati con sintomi: +1.708 (+20,4%)
  • Isolamento domiciliare: +212.871 (+56,8%)
  • Nuovi casi: 320.269 (+80,7%)
  • Casi attualmente positivi: +214.712 (+55,9%)
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"Da due mesi e mezzo si rileva un aumento dei nuovi casi, che nell’ultima settimana ha subìto un’ulteriore impennata, superando quota 320 mila, sia per l’aumentata circolazione virale, sia per l’incremento del numero dei tamponi", commenta il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, precisando che la media mobile a sette giorni dei nuovi casi è passata da 27.199 del 22 dicembre a 45.753 il 28 dicembre.

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Questo aumento dei casi si è rilevato in tutte le Regioni, ad eccezione della provincia autonoma di Bolzano. In ben 45 Province, inoltre, l'incidenza è arrivata a superare i 500 casi ogni 100 mila abitanti.

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La corsa ai tamponi

Come sottolineato anche da Cartabellotta, in queste settimane l'aumento dei tamponi è stato esponenziale. Tuttavia, questa crescita è solo una delle determinanti dell'incremento dei nuovi casi. Da metà dicembre infatti, evidenzia il report Gimbe, è emersa una "una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi" e un netto aumento di quello riferito ai molecolari.

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"Questi dati dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane", commenta ancora Cartabellotta.

La situazione negli ospedali

Per quanto riguarda la situazione negli ospedali si registra comunque una riduzione dei pazienti ricoverati sul totale degli attualmente positivi. Ciò dipende da vari fattori: in primis dalla copertura vaccinale, dall'aumento delle persone guarite e dai numerosi casi nella fascia dei pià piccoli, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, scrivono i ricercatori Gimbe, "nelle prossime settimane si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante Omicron".

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In termini assoluti, però, stanno aumentando i positivi ricoverati. A livello nazionale, al 28 dicembre, il tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti Covid è del 15,9% in area medica e del 12,6% in area critica, anche se sempre con notevoli differenze regionali.

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L'andamento della campagna vaccinale

Intanto prosegue la campagna vaccinale. Il 78,1% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale, anche se nei giorni festivi sono diminuite le somministrazioni giornaliere.

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Nella settimana tra il 20 e il 26 dicembre, quindi è sceso il numero di nuovi vaccinati. Al 28 dicembre, inoltre, rimangono ancora 9,44 milioni di persone che non sono vaccinate: tra queste ancora 2,34 milioni di over 50, una categoria ad alto rischio.

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Per quanto riguarda l'efficacia della dose booster del vaccino, questa è ben documentata dai dati dell'Istituto superiore di sanità, che parlano di una riduzione della protezione già dopo 150 giorni dal completamento del ciclo primario. Gimbe riporta:

  • l’efficacia sulla diagnosi scende in media dal 71,5% per i vaccinati entro 150 giorni al 30,1% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 71% dopo il richiamo;
  • l’efficacia sulla malattia severa scende in media dal 92,7% per i vaccinati entro 150 giorni all’82,2% per i vaccinati da più di 150 giorni, per poi risalire al 94% dopo il richiamo.
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La somministrazione delle terze dosi per ora ha riguardato il 58,9% della platea nazionale, sempre con importanti differenze regionali.

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Cartabellotta

Il presidente della fondazione conclude affermando che una fase come quella in cui ci troviamo è fondamentale spingere ancora di più sulla campagna vaccinale in modo da scongiurare un sovraccarico per gli ospedali:

In questa fase della pandemia  caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento.

Sulla corsa ai tamponi di queste settimane, invece, afferma:

La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost.

E chiude:

Infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da COVID-19.

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