Fornero, la Camera rigetta la mozione di sfiducia di Idv e Lega

AGGIORNAMENTO 12.55 – La Camera rigetta la richiesta di sfiducia nei confronti del Ministro del lavoro Elsa Fornero con 435 voti contrari, mentre a favore hanno votato 88 deputati, gli astenuti sono stati 18. La votazione, che è avvenuta con appello nominale, ha visto contrapposti i consuenti schieramenti di maggioranza e opposizione, anche se durante le dichiarazioni di voto, a titolo personale, alcuni deputati sono intervenuti per annunciare il loro voto contrario alle indicazioni del partito.
Dopo il sì alla riforma del lavoro la Camera è chiamata oggi a dare un nuovo giudizio nei confronti del Ministro del lavoro Elsa Fornero. I deputati infatti voteranno la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro del welfare presentata dai deputati dell'Idv e della Lega a prima firma dei capigruppo Dozzo e Donadi. La mozione di sfiducia è nata dopo l'acceso dibattito politico in Aula e nel Paese sulla riforma del mercato del lavoro e in particolare attorno al tema degli esodati. I pasticci sulle cifre dei lavoratori da salvaguardare e le presumete reticenze del Ministro rispetto ai numeri forniti dall'Inps avevano fatto scattare la reazione innervosita dei gruppi parlamentari sfociata poi nella mozione odierna.
Il voto come indicatore del malessere nella maggiorazna – Le accuse al Ministro sono quelle di aver nascosto il reale numero degli esodati e di aver agito con arroganza dopo le richieste di chiarimenti. I malumori all'interno della maggioranza parlamentare sono tanti, ma il voto a Montecitorio sulla mozione di sfiducia alla Fornero non sembra sconvolgere più di tanto gli equilibri in Parlamento. Le dichiarazioni di voto confermano gli schieramenti della maggioranza e dell'opposizione eppure la conta finale servirà anche a chiarire fino a che punto son arrivate le tensioni interne ai gruppi, in particolare nel Pdl. Del resto però il rigetto della mozione sembra scontato visto che come hanno chiarito dal governo un no alla Fornero equivarrebbe ad una sfiducia nello stesso Esecutivo con tutte le conseguenze del caso.