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Fine vita, Cappato ha accompagnato paziente oncologica in Svizzera: “È morta nel modo che ha scelto”

Marco Cappato: “Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso”. La donna era affetta da un’importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi.
A cura di Davide Falcioni
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"Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso". A dare la notizia in un tweet pubblicato questa mattina Marco Cappato, esponente dell'Associazione Luca Coscioni, annunciando inoltre che "domattina in Italia andrò ad autodenunciarmi".

Chi è Elena, la donna accompagnata in Svizzera da Marco Cappato

Ieri proprio Cappato aveva fatto sapere di trovarsi in Svizzera per dare seguito alla richiesta di aiuto ricevuta da parte di una signora veneta di 69 anni, paziente affetta da una importante patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi, che aveva chiesto di essere accompagnata nel Paese elvetico per potere accedere legalmente al suicidio assistito.

"Ho detto a mio marito e alla mia famiglia: sono davanti a un bivio. Posso prendere una strada un po' più lunga che mi porta all'inferno. E un'altra, più breve, che mi porta in Svizzera. Ho scelto la seconda". Con queste parole Elena aveva spiegato le ragioni della sua scelta di rivolgersi a Marco Cappato e recarsi in Svizzera. "Ho poi detto a mio marito – ha continuato la donna – che se avesse provato a dissuadermi, fra un mese o due, quando mi avrebbe visto sofferente se ne sarebbe pentito".

Perché Elena non ha potuto accedere al suicidio assistito in Italia

Nel rendere nota la scelta di Elena ieri Cappato ha raccontato che "è stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto, un viaggio reso necessario dal fatto che non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale". L'esponente dell'Associazione Luca Coscioni ha ricordato che "la signora è malata terminale di cancro, ha davanti una prospettiva di vita molto breve e di sofferenza sempre crescente, ma non è attaccata a una macchina. Nelle prossime ore si sottoporrà a delle visite mediche, a dei colloqui di verifica della sua volontà e di eventuale conferma della sua scelta".

Per Marco Cappato si tratta di una nuova disobbedienza civile, dal momento che la paziente non è "tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale", quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l'accesso al suicidio assistito in Italia.

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