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Covid 19

Fase 2, che cosa sarà permesso e che cosa rimane invece vietato a partire dal 4 maggio

Grazie al nuovo Dpcm annunciato il 26 aprile da Giuseppe Conte, dal prossimo 4 maggio si potrà uscire per andare a trovare i parenti, sarà permesso fare sport anche lontano da casa e si torneranno a celebrare i funerali. Ecco una guida ai comportamenti da tenere a partire dalla prossima settimana, in cui si chiarisce cosa sarà permesso e cosa invece rimane vietato.
A cura di Annalisa Girardi
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In molti hanno atteso il 4 maggio sperando che l'inizio della cosiddetta Fase 2 dell'emergenza coronavirus significasse un ritorno alla normalità. Ma non sarà così: infatti con il nuovo Dpcm annunciato dal presidente Giuseppe Conte lo scorso 26 aprile rimarranno in vigore pressoché tutti i divieti che hanno caratterizzato i due mesi di lockdown. Ci saranno delle piccole concessioni, ma non verranno stravolte le misure restrittive a cui sono stati sottoposti i cittadini nelle ultime settimane per evitare la diffusione del contagio. Dal 4 al 17 maggio riprenderanno molte attività produttive (si stima che oltre 4 milioni e mezzo di persone torneranno a lavoro), si potrà uscire per andare a trovare i parenti, sarà permesso fare sport anche lontano da casa e si torneranno a celebrare i funerali. Dal 18 maggio riapriranno invece i negozi e i musei. Bisognerà invece aspettare il 1° giugno per bar e ristoranti, così come parrucchieri ed estetisti.

Restano ancora alcuni punti da chiarire, e per quello bisognerà aspettare le Faq del governo: ma intanto è già possibile stilare una guida ai comportamenti da adottare tra il 4 e il 17 maggio, chiarendo cosa è permesso e cosa invece rimane vietato. Le parole d'ordine che riguarderanno le prossime settimane saranno distanziamento sociale e divieto di assembramenti. Alcune misure contenitive verranno allentate, come anticipato, ma non per questo si potrà smettere di rispettare il metro di sicurezza dalle altre persone.

Le visite ai congiunti

Una novità dell'ultimo Dpcm, e sicuramente la più discussa, è la possibilità di fare visita ai "congiunti". Questa viene riconosciuta tra le necessità per cui è possibile spostarsi. Secondo l'articolo 307 del Codice Penale sono da intendere per congiunti gli "ascendenti, discendenti, coniuge, la parte di un’unione civile tra persone dello stesso sesso, fratelli, sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti". Una definizione che ha fatto scattare le polemiche, specialmente in quanto nell'Italia del 2020 molte coppie non sono sposate, e non sono quindi legate da vincoli legali.

Palazzo Chigi si è quindi affrettato a chiarire che per congiunti verranno intesi anche gli affetti stabili, i partner e i compagni quindi. La questione è ancora da chiarire fino in fondo (non si capisce, infatti, in che modo verranno giudicati quali sono gli affetti da considerare stabili): per ora si può però affermare che dal 4 maggio saranno possibile le visite ai propri cari. Ma attenzione: sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza per evitare i rischi di contagio. Bisognerà anche indossare sempre la mascherina ed evitare gli assembramenti: in altre parole, non si potranno organizzare feste o cene a casa dei parenti.

Gli spostamenti concessi

Dal 4 maggio saranno molte di più le persone che torneranno a spostarsi. Nel Dpcm del 26 aprile si specifica che si potrà muoversi tra i Comuni, ma non si potrà uscire dalla Regione in cui ci si trova se non per ragioni lavorative, motivi di salute o comprovata urgenza. Negli spostamenti entro i confini regionali bisognerà sempre presentare l'autocertificazione. Non solo: andranno sempre indossate le mascherine nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, come autobus o treni. Un'altra novità è la reintroduzione della clausola per cui sarà possibile rientrare alla propria "residenza, domicilio o abitazione", uno spostamento non concesso dall'ultimo Dpcm.

Non era chiaro se con questo si consentisse anche lo spostamento verso le seconde case, fino ad ora vietato. A fare chiarezza, sempre in attesa dell'aggiornamento delle Faq, è la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli. "Non si possono raggiungere le seconde case nell'ambito di questo Dpcm, bisogna rimanere nella casa di residenza", ha specificato. Si potrà rientrare presso la propria abitazione se allo scorso 22 marzo ci si trovava in un altro luogo: se però si è già nel proprio luogo di residenza, non ci si potrà spostare per raggiungere la seconda casa.

Lo sport all'aperto

Con il nuovo Dpcm si stabilisce la possibilità di svolgere attività motoria anche allontanandosi dalla propria abitazione. Fino a questo momento erano consentite le passeggiate o lo sport solo nelle immediate vicinanze della propria casa, sempre con l'obbligo di evitare assembramenti e di rispettare le distanze di sicurezza. Ora i runner potranno coprire distanze più lunghe, sempre nel rispetto delle norme anti-contagio. Potranno anche riprendere gli allenamenti degli atleti professionisti, ma anche di quelli "non professionisti, ma riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali", purché siano individuali e tengano conto delle distanze di sicurezza.

Nel decreto si indica inoltre che spetterà ai sindaci stabilire o meno la riapertura di parchi e aree verdi: dovrà comunque essere sempre garantito il distanziamento sociale. In questo modo, però, i più piccoli potranno tornare a trascorrere, soprattutto in vista dell'estate, le giornate all'aperto.

Le celebrazioni religiose

Il 4 maggio non potranno riprendere le normali attività liturgiche, come le messe o i matrimoni, in presenza dei fedeli. Potranno solo essere celebrati i funerali, ma di fronte a un massimo di 15 persone e sempre nel rispetto del distanziamento sociale. Si consiglia inoltre di celebrare le cerimonie funebri all'aperto e in luoghi arieggiati. La comunità episcopale italiana, non soddisfatta, ha subito mandato una comunicazione al governo sottolineando che i "vescovi non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto". Palazzo Chigi quindi, in una nota, ha comunicato che già nei prossimi giorni si metteranno allo studio dei protocolli per consentire la partecipazione dei fedeli alle altre celebrazioni liturgiche.

Via libera all'asporto

Come detto, per bar e ristoranti, bisognerà aspettare ancora qualche settimana prima della riapertura. Nel nuovo decreto, però, oltre che ribadire che è concesso il servizio a domicilio per queste attività, si apre anche all'asporto. Tuttavia si precisa che dovranno essere rispettate le distanza di sicurezza di un metro tra i clienti che decideranno di usufruire del servizio. Inoltre, non si potrà consumare quanto comprato all'interno del locale e nemmeno nelle sue immediate vicinanze.

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