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Famiglia che vive nel bosco

Famiglia nel bosco, Nordio: “Se ci sono state violazioni, interverrà il ministero”. Lega: “Stato pensi ai rom che picchiano figli”

Il caso della “famiglia del bosco” arriva in Parlamento, con la Lega che accusa la magistratura di un provvedimento eccessivo e di “doppiopesismo” rispetto ai bambini dei campi rom. Nordio avvia verifiche sugli atti, mentre la polemica politica continua a crescere.
A cura di Francesca Moriero
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La vicenda dei tre bambini sottratti alla famiglia che vive nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, approda ufficialmente alla Camera. L'interrogazione, presentata dalla deputata Giorgia Latini insieme ad altri colleghi della Lega, ha riportato al centro del dibattito politico il provvedimento del tribunale dei minori dell'Aquila, che ha disposto l'inserimento dei piccoli in una comunità educativa per un periodo di osservazione, sospendendo contestualmente la responsabilità genitoriale.

Latini: "Separazione lesiva, i genitori hanno assolto l'istruzione in modo legittimo"

Nel suo intervento introduttivo, Latini ha sottolineato la preoccupazione di "tantissimi italiani di fronte all'allontanamento dei minori". La deputata ha ricordato che la famiglia rivendica una scelta di vita alternativa, a contatto con la natura e lontano dai dispositivi digitali, e che secondo il Ministero dell'Istruzione l'obbligo scolastico risultava assolto tramite educazione parentale, supportata da una scuola autorizzata. Pur non risultando segnalazioni di maltrattamenti, ha evidenziato Latini, il tribunale ha optato per la collocazione in comunità: una decisione che richiede "assoluta chiarezza", soprattutto in un contesto in cui, ha denunciato, interventi così drastici sarebbero molto più rari "nei campi rom, dove i minori vivono in condizioni inenarrabili".

Nordio: "Prelievo forzoso misura estrema. Sto verificando con l'Ispettorato"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha confermato di aver avviato verifiche immediate: "Ho provveduto ad approfondire con urgenza la vicenda tramite l’Ispettorato, chiedendo la copia integrale degli atti, che non sono ancora pervenuti", ha spiegato in Aula. Nordio ha ricordato che l'allontanamento di un minore deve sempre passare attraverso un bilanciamento "difficile e doveroso" tra la tutela dell'interesse futuro del bambino e la salvaguardia della sua stabilità attuale. Si tratta, ha detto, di una misura "estrema", da adottare solo dopo aver valutato l'impatto sul benessere psicofisico dei piccoli. Il ministro ha poi introdotto un elemento di riflessione che ha fatto discutere: "Dopo anni di bombardamento mediatico contro la civiltà dei consumi, poi quando una famiglia decide di vivere pacificamente secondo i criteri di Rousseau a contatto con la natura, si arriva a provvedimenti così estremi". Qualora emergessero profili disciplinari, ha assicurato, il Guardasigilli eserciterebbe "i poteri conferiti dalla legge".

Sasso (Lega): "Qual è il bene prioritario? L'obbedienza al provvedimento o la tutela dei bambini?"

La replica della Lega, è stata poi affidata al deputato Rossano Sasso: "Qual è l'interesse più importante? Il bene di quei tre bambini o l'obbedienza rigida a un provvedimento così drastico?", ha chiesto in Aula. Sasso ha difeso la libertà educativa dei genitori, "tutelata dall'articolo 30 della Costituzione", e ha insistito sul carattere "green e alternativo" della scelta di vita della famiglia: pannelli fotovoltaici al posto della rete elettrica, stufe a gas al posto del metano. "Sono colpevoli di essere diversi? Sono colpevoli di essere felici?".

Il deputato ha poi rilanciato il tema già sollevato da Latini ma prima ancora dal leader della Lega Matteo Salvini: la presunta disparità di trattamento rispetto ai campi rom: "In Italia esistono bambini che crescono nel fango e nella sporcizia, costretti a chiedere l'elemosina. Perché lì i giudici intervengono così raramente?", ha attaccato Sasso, accusando la magistratura di un "doppiopesismo" dettato dal timore di "dispiacere alla sinistra".

Il precedente intervento di Salvini: "Lo Stato ruba i bambini. Nel campo rom di Giugliano nessuno interviene"

La polemica, infatti, era già stata alimentata dal vicepremier, che aveva definito appena pochi giorni fa "vergognoso" il provvedimento dell'Aquila e aveva annunciato l'intenzione di seguire personalmente il caso "non da ministro ma da genitore".

"Ritengo vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata […] e che invece rubi i bambini", aveva detto Salvini, rilanciando il paragone con i campi rom: "Sono stato nel campo rom di Giugliano: centinaia di bimbi non vanno a scuola, sporchi, senza luce, gas e acqua… Dove sono assistenti sociali, Procura e tribunale dei minori?".

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