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Ex Ilva, Nichi Vendola: “La mia condanna è una vergogna, dai giudici un delitto contro la storia”

L’ex presidente della Regione Puglia, condannato a tre anni e mezzo nell’ambito del processo Ambiente svenduto sull’Ex Ilva, rifiuta duramente la sentenza: “Mi ribello ad una giustizia che calpesta la verità, i giudici hanno commesso un grave delitto contro la verità e contro la storia”. Vendola annuncia che combatterà “contro questa carneficina del diritto e della verità”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nichi Vendola è stato condannato a tre anni e mezzo in primo grado per concussione aggravata in concorso nell'ambito del processo Ambiente svenduto sull'Ex Ilva di Taranto, ma la reazione dell'ex presidente della Regione Puglia è durissima: "Mi ribello ad una giustizia che calpesta la verità – fa sapere Vendola – È come vivere in un mondo capovolto, dove chi ha operato per il bene di Taranto viene condannato senza l’ombra di una prova". La sentenza viene definita "una mostruosità giuridica avallata da una giuria popolare" che colpisce "quelli che dai Riva non hanno preso mai un soldo, che hanno scoperchiato la fabbrica, che hanno imposto leggi all’avanguardia contro i veleni industriali".

L'ex presidente di Sinistra ecologia e libertà spiega che la sentenza verrà appellata "perché essa rappresenta l’ennesima prova di una giustizia profondamente malata". E accusa i giudici di aver commesso "un grave delitto contro la verità e contro la storia". I magistrati "hanno umiliato persone che hanno dedicato l’intera vita a battersi per la giustizia e la legalità – continua Vendola – Hanno offerto a Taranto non dei colpevoli ma degli agnelli sacrificali, noi non fummo i complici dell’Ilva, fummo coloro che ruppero un lungo silenzio e una diffusa complicità con quella azienda".

Vendola, condannato a tre anni e mezzo perché avrebbe esercitato pressioni Giorgio Assennato, dg di Arpa Puglia, affinché l'Agenzia tenesse una linea più morbida sulle emissioni nocive prodotte dall'acciaieria, spiega di aver taciuto per "quasi dieci anni", ma che ora non starà più zitto. "Questa condanna per me e per uno scienziato come Assennato è una vergogna – conclude l'ex presidente della Regione Puglia – Io combatterò contro questa carneficina del diritto e della verità".

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