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Eutanasia, cannabis, giustizia: domani la decisione della Corte Costituzionale sui referendum

Sono otto in totale i quesiti dei referendum su cui domani arriverà il verdetto dei giudici della Corte Costituzionali: sei legati alla giustizia, uno alla cannabis e uno all’eutanasia attiva.
A cura di Annalisa Girardi
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La Corte Costituzionale si pronuncerà domani sull'ammissibilità dei referendum in cantiere: sono quelli sull'eutanasia legale e sulla cannabis promossi dall'associazione Luca Coscioni e quello sulla giustizia, formato da ben sei quesiti referendari, lanciato invece da Lega e Radicali. Tra poche ore, quindi, i giudici della Consulta decideranno se ciò che promuovono i referendum possa essere a tutti gli effetti oggetti di una votazione di questi tipo. E se arriverà il via libera potranno essere fissate le date per i referendum, che dovranno essere in una finestra temporale tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Sono quindi otto in totale i quesiti referendari su cui domani, martedì 15 febbraio, arriverà il verdetto dei giudici costituzionali: sei legati alla giustizia, uno alla depenalizzazione della coltivazione della cannabis e uno alla legalizzazione dell'eutanasia attiva.

Eutanasia

Il referendum sull'eutanasia legale richiederebbe ai cittadini di esprimersi sull'abrogazione parziale dell'articolo 579 del codice penale, quello cioè sul cosiddetto omicidio del consenziente. Si parla quindi di eutanasia attiva, mentre in Parlamento è in questo momento in discussione un disegno di legge che, se approvato, andrebbe a depenalizzare il suicidio assistito, indicando le condizioni di non punibilità evidenziate anche nella cosiddetta sentenza Cappato. Due temi differenti, quindi. E mentre in Aula rimangono le distanze e si fatica a trovare un'intesa, l'associazione Coscioni ha già raccolto oltre 1 milione e 200 mila firme a sostegno del referendum.

Cannabis

Per quanto riguarda la cannabis, invece, si andrebbe a intervenire sul Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope. Sono state raccolte circa 600 mila firme: tra queste mezzo milione è arrivato in una settimana in modalità elettronica. La richiesta è quella di depenalizzare la coltivazione per uso personale, eliminando quindi la pena detentiva per "qualsiasi condotta illecita relativa alla Cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito". Si propone anche di eliminare la sospensione della patente a chi trovato solamente in possesso della sostanza (mentre resterebbero in vigore tutte le norme attuali sulla guida in stato di alterazione). Anche in questo caso, il referendum si va ad aggiungere ad una proposta di legge ferma in Parlamento: quella che permetterebbe la coltivazione domestica della cannabis fino a quattro piantine femmine, andando a ridurre al tempo stesso le pene per i fatti di lieve entità, ma aumentandole per lo spaccio a minori o comunque nelle vicinanze delle scuole.

Giustizia

Si fa più complicata la questione dei referendum sulla giustizia. Sono infatti stati proposti mentre è in atto un processo di riforma che, dopo il via libera del Parlamento a quelle del processo penale e civile, si concentra ora sul Consiglio superiore della magistratura, già approvata in sede di Consiglio dei ministri. Ora, per il passaggio in Parlamento, Mario Draghi avrebbe assicurato di non avere intenzione di porre la fiducia, in modo da permettere alla diverse sensibilità politiche di fare tutte le modifiche necessarie. I sei quesiti presentati da Lega e Radicali riguardano diversi temi, tra cui appunto quelli toccati dall'ultima riforma su cui ha lavorato il governo. Si va dalla riforma del Csm alla responsabilità diretta e alle valutazioni sulla professionalità dei magistrati, dalla separazione delle carriere alla carcerazione cautelare e all'abolizione della legge Severino.

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