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Epifani: “Pronto a tutto se Berlusconi fa saltare il tavolo”

Il neo segretario è intervenuto alla direzione Pd, rigorosamente a porte chiuse. Presentando la nuova segreteria ha precisato la linea del partito sul finanziamento pubblico, riforme costituzionali, nuove forme di governo e il futuro del partito.
A cura di Andrea Parrella
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Legge elettorale, riforme costituzionali, revisione del finanziamento pubblico, adeguandosi al resto d'Europa. Parte da questi punti e dalla nuova squadra presentata dal neo segretario Guglielmo Epifani la Direzione del Pd, che in qualche modo è preludio di quanto dovrebbe accadere, più concretamente nel Cogresso d'autunno. E' stata a porte chiuse, questa volta, la riunione, niente streaming per capire quale sarà il destino a breve termine del partito su talune questioni importanti, che condizionerano di certo l'andamento del governo, di cui si ricorda che il Pd esprime il premier. Guglielmo Epifani si dichiara "Pronto a tutto se Berlusconi dovesse far saltare il tavolo […] Stabilità e minacce nel rapporto con il governo le sentenze attese; il problema dell'affidabilità nel rapporto tra problemi personali e interessi del paese, sospesi tra due sentenze: quella della Corte costituzionale e quella della Corte di Cassazione".

La riforma della legge elettorale – Ma partiamo dal primo punto, di importanza vitale e al centro della discussione politica da oramai troppo tempo perché la politica non possa adoperarsi per raggiungere un obiettivo minimo: la legge elettorale.  La base lo richiede, gli iscritti: "Bisogna giungere in tempi brevi ad una proposta di riforma capace di ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri parlamentari, garantendo nello stesso tempo la governabilità". Poi altre priorità restano assolutamente il tentativo di superamento del bicameralismo e la revisione del titolo V della Costituzione: "Ma sulle riforme, governo e Quirinale restino fuori dalla mischia, la discussione deve essere parlamentare".

Nuove forme di governo come ultima istanza – Non era aggirabile la questione rilanciata negli ultimi giorni in merito al cambiamento della forma di governo, la reiterata proposta di semipresidenzialismo da parte del Pdl. Epifani l'ha trattata come ultima istanza, lasciandola dunque in secondo piano, e l'ha respinta fortemente Massimo D'Alema: "Non sono contrario ad una forma di elezione diretta del presidente della Repubblica. L'esperienza italiana tuttavia dimostra che la presenza di una autorità superpartes sia molto importante. La politica ha bisogno di un arbitro se il presidente della Repubblica diventa capo di una parte, chi sarà l'arbitro? Questo è l'interrogativo, il resto sono battute".

Il finanziamento pubblico – E poi il finanziamento pubblico ai partiti, uno degli argomenti principali su cui si focalizza il segretario del Pd. Le ipotesi fanno riferimento alla previsione di un tetto per le donazioni e una modifica del sistema del 2 per mille. Ma non manca una rassicurazione per i dipendenti di partito, quelli evidenziati dopo la proposta governativa della settimana scorsa, come gli unici che effettivamente avrebbero rischiato per la revisione della modalità di finanziamento pubblico: "Sono giustamente preoccupati, ma ci sarà un tavolo di confronto e di lavoro comune".

Un partito da ricostruire – Poi al centro del discorso il partito, che per Epifani ha senza dubbio la necessità di una ricostruzione interna. E quindi un accenno a quel Congresso, appunto, che non può essere assolutamente rinviato e che va tenuto necessariamente entro la fine dell'anno, lì quando si crede che ci sarà la vera svolta e il principio della nuova linea. E' un congresso che "Va preparato bene e dal basso" afferma Epifani. Quanto al segretario che sarà scelto dal Congresso, il neo segretario chiarisce che si dovranno distinguere "il ruolo di candidato premier da quello di segretario". Matteo Renzi, che era sul fondo della sala ed ha abbandonato la Direzione subito dopo la conclusione dell'intervento di Epifani, ha poi detto: "Con tutti i problemi che ha il Paese una mia candidatura alla segretario del Pd non mi sembra sia una questione prioritaria".

La nuova squadra di governo – Infine, è giunta la presentazione della nuova segreteria: Roberta Agostini, Enzo Amendola, Fausto Raciti, Cecilia Carmassi, Matteo Colaninno, Alfredo D'Attorre, Antonio Funicello, Luca Lotti, Andrea Manciulli Katiuscia Marini, Alessia Mosca, Pina Picierno, Deborah Serracchiani, Simone Valiante, Davide Zoggia. Una squadra che Epifani ha definito "inclusiva, rinnovata quasi per intero, pronta per il lavoro immediato".

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