Educazione sessuale a scuola, consenso informato e propaganda gender: confronto con Rossano Sasso (Lega)

Nella newsletter settimanale di Fanpage.it ‘La Nostra Scuola', dedicata al mondo degli studenti e degli insegnanti, qualche settimana fa, abbiamo affrontato il tema del consenso informato dei genitori, obbligatorio per proporre attività che riguardano i temi della sessualità. Si tratta di una novità introdotta ad aprile, con un disegno di legge di iniziativa governativa, recante disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico. Il testo, a firma di Valditara, è all'esame della commissione Cultura della Camera, insieme alle abbinate proposte di legge, a firma di Sasso e Amorese, e proprio in questi giorni stanno andando avanti le audizioni sul ddl.
Il ddl dell'onorevole Rossano Sasso, ex sottosegretario della Lega e capogruppo in commissione Cultura, è molto simile a quello proposto dal ministro Valditara, e prevede l’obbligo del consenso per tutte le attività relative ad affettività e sessualità. Su ‘La Nostra Scuola' abbiamo dato voce alle preoccupazioni di docenti e genitori, che temono che la nuova legge possa penalizzare l'autonomia scolastica e compromettere la libertà di insegnamento. Le perplessità che abbiamo espresso, e che abbiamo condiviso nella nostra newsletter, riguardano anche il tema delle disparità di partenza: come si può garantire a tutti gli studenti l'accesso a un'educazione alla sessualità – che, lo ricordiamo, nel nostro Paese è materia extracurriculare e non obbligatoria, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei – se non tutte le famiglie hanno le stesse competenze e gli stessi strumenti? Il rischio è che si creino nuove disuguaglianze, quelle stesse disuguaglianze che la scuola pubblica avrebbe in teoria il compito di rimuovere.
Abbiamo pubblicato un carosello Instagram sulla questione, e l'onorevole Sasso ci ha risposto fra i commenti, proponendoci un confronto sul tema, che noi abbiamo subito accettato, certi che la strada del dialogo sia l'unica possibile, anche tra posizioni molto distanti e delicate, come quelle che riguardano la lotta contro ogni tipo di discriminazione e la difesa dei diritti Lgbt, con l'obiettivo di smontare o decostruire pericolosi messaggi di paura e intolleranza. Nel post l'onorevole, che ha pubblicato anche un libro "Il Gender esiste – giù le mani dai nostri figli", sottolinea l'urgenza di arginare la "deriva della propaganda gender nelle scuole", afferma l'importanza di lasciare alle famiglie facoltà di decidere su questi aspetti educativi, legati a temi sensibili:
Pd, M5s, Avs, Arcigay e tutta la galassia di estrema sinistra della comunità Lgbt, perché avete tanta paura del consenso informato? Cosa hanno da nascondere gli ‘esperti' lgbt? Cosa c'è di male sul fatto che i genitori siano informati su ciò che avviene a scuola, oltre quanto previsto dalle indicazioni nazionali che, lo ricordo, già prevedono educazione affettiva? I nostri docenti già insegnano al rispetto, non abbiamo bisogno di qualche imbonitore da gay pride o qualche drag queen in classe. Non consentiremo che la giusta lotta alle discriminazioni venga utilizzata come cavallo di troia per insinuare teorie queer e gender a scuola.
Ora, lo ricordiamo ancora una volta, dal punto di vista scientifico, non esiste nessuna "ideologia gender". Nel mondo accademico si parla di "studi di genere", riferendosi a quel campo di ricerca che approfondisce i ruoli e i comportamenti che la società e la cultura attribuiscono al maschile e al femminile, in un determinato periodo storico. Eppure l'onorevole Sasso, che su questi argomenti è molto attivo, è riuscito a far approvare in commissione una sua risoluzione, in cui si chiedeva di escludere dai programmi scolastici qualsiasi riferimento alla “teoria gender”.
Un ultimo punto ci preme mettere in evidenza. Nell'intervista video a Fanpage.it il deputato della Lega dice poi che è un errore addebitare alla mancanza di educazione sessuale obbligatoria a scuola l'escalation di femminicidi. Questo, secondo Sasso "è una bestialità, e chi lo dice non conosce il ‘paradosso nordico': nei Paesi del Nord Europa si fa educazione sessuale da trent'anni, e il numero dei femminicidi aumenta. Non si può legare questo al fatto che a scuola non si parli" in classe "nel modo in cui vorrebbero gli estremisti di sinistra della comunità LGBT". Si tratta di una posizione espressa più volte da membri della maggioranza, e dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella.
Ma l'UNESCO e l'ONU contraddicono questo ragionamento. Il primo già nel 2018 aveva sottolineato l’importanza dell’educazione sessuale nelle scuole, sottolineando come questa sia in grado di influenzare positivamente i ragazzi nello sviluppo di conoscenze, competenze e atteggiamenti. Mentre l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2010, aveva raccomandato l'avvio di tali programmi educativi fin dalle scuole materne. Per l'UNESCO poi il diritto all'educazione affettiva e sessuale non rientra solo nel diritto alla salute, ma è una via per raggiungere il pieno rispetto dei diritti umani e favorire l'uguaglianza di genere, (uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell'ONU). Il Global Education Monitoring dell'UNESCO ha pubblicato un rapporto, da cui emerge che nei Paesi europei in cui sono previsti percorsi di educazione affettiva sessuale curriculare, si è riscontrato un miglioramento: più i giovani sono informati, più tendono a essere consapevoli del significato di rispetto e consenso. Contemporaneamente si riduce significativamente il rischio di violenza, abusi e sfruttamento.
L'onorevole Sasso auspica che sul ddl sul consenso informato dei genitori possa esserci un clima "collaborativo" tra maggioranza e opposizione: "Adesso termineranno le audizioni, ci sarà l'apertura della fase emendativa, dove si potrà modificare o integrare il testo. Certo, se l'opposizione dovesse presentare migliaia di emendamenti, vorrebbe dire che non ha interesse ad affrontare il tema".