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Educazione sessuale a scuola, approvata la legge alla Camera: cosa succede ora al ddl Valditara

Alla Camera ha avuto il via libera il ddl Valditara sull’educazione sessuale e affettiva a scuola: 151 voti a favore, 113 contrari. Si permettono attività legate a sessualità e affettività, dalle scuole medie, ma solo con il consenso informato dei genitori. Il disegno di legge ora passa al Senato.
A cura di Luca Pons
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La Camera ha approvato il disegno di legge firmato dal ministro Valditara che regola l'educazione sessuale e affettiva a scuola. Sono stati 151 i voti a favore e 113 i contrari, dopo che ieri erano stati votati gli emendamenti chiave. Ora la proposta di legge passa al Senato. Il testo, che è diventato terreno di scontro politico, stabilisce tra le altre cose come devono avvenire le eventuali attività sull'educazione sessuo-affetiva a scuola: sono vietate fino alle elementari, mentre dalle medie in poi è necessario il consenso firmato dei genitori.

Cosa cambia per l'educazione sessuale e affettiva a scuola

La legge stabilisce che le scuole, se decidono di avviare delle attività che "riguardino temi attinenti all’ambito della sessualità", devono prima chiedere il consenso informato dei genitori (o degli studenti stessi, se maggiorenni) con un modulo che informi precisamente di cosa si intende fare. Andrà messo a loro disposizione tutto il materiale didattico, e le firme andranno richieste con almeno una settimana di anticipo.

Se non c'è la firma, gli studenti non potranno partecipare. Se si parla di attività cosiddette di "ampliamento dell'offerta formativa", la scuola dovrà garantire delle attività alternative. In tutti i casi, se ci sono degli studenti minorenni, dovrà essere sempre presente un docente.

Come detto, tutto questo riguarda solamente le scuole medie e superiori. Fino alle elementari, infatti, sono "escluse" tutte le attività didattiche e i progetti che hanno a che fare con l'ambito della sessualità.

Come si è visto, quindi, la legge non rende obbligatoria l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Si limita, al contrario, a mettere dei paletti stringenti per quegli istituti che decidono di portare avanti iniziative sul tema. Non è chiaro, peraltro – come hanno fatto notare alcuni esponenti dell'opposizione – come vada definito l'ambito "della sessualità". Secondo i critici, si potrebbe arrivare al paradosso di dover chiedere il permesso firmato per le lezioni di biologia che si occupano dell'apparato riproduttivo.

Scontro in Aula sul ddl Valditara, cosa succede ora alla legge

Ora il testo passerà al Senato. Palazzo Madama al momento è impegnato nei lavori sulla legge di bilancio, quindi con tutta probabilità l'approvazione definitiva non arriverà in tempi rapidi. Ciò che è certo è che lo scontro politico sul tema resterà acceso.

"Con questa legge diciamo basta all'ideologia gender, basta alla bolla woke. Non sarà più consentito agli attivisti politici fare propaganda a scuola. Nell'educazione dei figli vengono prima i genitori, la mamma e il papà, e solo molto dopo lo Stato, e ancora dopo i vostri attivisti", ha attaccato il deputato della Lega Rossano Sasso, relatore e forte sponsor della norma. Sasso ha poi concluso dicendo: "Dio, patria e famiglia per noi non è uno slogan, ma un credo politico".

"Dire che il consenso informato favorisce la violenza contro le donne è oltre la propaganda, è pura malafede. Sapete benissimo che il governo Meloni ha fatto più di qualsiasi altro governo su questo tema", ha detto Grazia Di Maggio, di Fratelli d'Italia. "La violenza non si combatte con improvvisati corsi sulla sessualità imposti ai minori senza il consenso dei genitori, si combatte con il rispetto".

Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 stelle, ha contestato il governo: "Se pensavate che nel Paese in cui una donna viene uccisa ogni tre giorni, dove i maltrattamenti su bambini e adolescenti sono aumentati del 58% in cinque anni, dove l'87% delle violenze avviene dentro le mura di casa, l'educazione sessuo-affettiva seria, capace di spezzare queste catene fosse una necessità e un'urgenza, sappiate che con questo governo andiamo nella direzione opposta", ha detto.

Nicola Fratoianni, di Alleanza Verdi-Sinistra, ha parlato di un "rigurgito antiscientifico" che "puzza di ipocrisia, di integralismo, di fondamentalismo" e ha aggiunto: "Produrrà danni molto grandi in questo Paese, li produce già oggi, li produce la cultura, o meglio, la sottocultura che lo ha partorito". Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha definito la legge una "marchetta alla lobby del movimento Pro Vita", un provvedimento "reazionario nell'impianto e inefficace negli effetti".

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