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È morto David Sassoli presidente italiano dell’Europarlamento

È morto nella notte a 65 anni David Sassoli, presidente italiano del Parlamento Europeo. Era ricoverato per una grave complicanza causata da una disfunzione del sistema immunitario.
A cura di Redazione
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È morto David Maria Sassoli, presidente del Parlamento Europeo eletto nelle liste del Partito Democratico. Aveva 65 anni e, prima di dedicarsi alla politica, ha avuto una lunga carriera di giornalista nel servizio pubblico fino a diventare vice direttore del Tg1 dal 2006 al 2009. Sassoli era ricoverato dallo scorso 26 dicembre per il “sopraggiungere di una grave complicanza dovuta ad una disfunzione del sistema immunitario”, come era sta reso noto nella giornata di ieri. Sassoli si è spento alle 1.15 di oggi – martedì 11 gennaio 2022 – presso il Centro di Riferimento oncologico di Aviano in provincia di Pordenone. Lascia la moglie Alessandra Vittorini e due figli.

"L'impegno di Sassoli ha avuto al centro un'idea della politica come servizio per i cittadini. Il suo impegno principale da Parlamentare europeo e presidente del Pe, quasi un'ossessione, è stata quello di riavvicinare le istituzioni europee ai cittadini, cioè di costruire un legame, di dare dignità all'istituzione Parlamento europeo", così lo ha ricordato Roberto Cuillo, storico portavoce di Sassoli a Rainews 24, dando la notizia della scomparsa. Al terzo mandato a Bruxelles, era stato capo delegazione del Partito Democratico maturando una grande esperienza e un ampio riconoscimento, che lo aveva portato a essere scelto dal gruppo dei Socialisti e Democratici per il ruolo di presidente dell'aula.

Il discorso di insediamento come presidente dell'Europarlamento e l'impegno per un'Europa unita

Lo spirito con cui aveva affrontato in questi due anni e mezzo il suo ultimo importante impegno politico è ben rappresentato discorso di insediamento il 3 luglio del 2019. Parole improntate all'impegno nella costruzione di un'Europa democratica, in grado di procedere con il processo di allargamento e integrazione, e di fare passi avanti verso l'unificazione politica. Un discorso fortemente anti sovranista e all'insegna dello spirito di Ventotene, e "dello slancio pionieristico dei Padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza". "In questi mesi, in troppi hanno scommesso sul declino di questo progetto, alimentando divisioni e conflitti che pensavamo essere un triste ricordo della nostra storia – aveva scandito Sassoli dando un chiaro indirizzo al suo mandato – Sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche. Che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni. Che nessuno può essere condannato per la propria fede religiosa, politica, filosofica. Che da noi ragazze e ragazzi possono viaggiare, studiare, amare senza costrizioni".

La carriera: dal giornalismo in Rai alla politica in Europa

Il 3 luglio del 2019 era stato eletto per il suo terso mandato a Bruxelles. Alcune settimane fa aveva annunciato che non avrebbe corso per presiedere l'Europarlamento nella seconda metà del mandato. Nato a Firenze il 30 maggio 1956, presto si trasferisce a Roma con i genitori. Si diploma in studi classici al Liceo Virgilio per poi laurearsi in Scienze Politiche all'Università La Sapienza. Il suo impegno politico passa per la tradizione dal cattolicesimo democratico, impegnandosi nello scoutismo cattolico prima e nel mondo dell'associazionismo giovanile e solidaristico successivamente.

Negli anni '80 intraprende la carriera del giornalista ( come il padre), passando per le redazioni del Il Tempo, del Giorno e dell'agenzia Asca prima di approdare nel 1992 in Rai, dove un volto noto della servizio pubblico presentando per anni il Tg1 delle 20.00. Nel 2009 sceglie la politica, iscrivendosi al Partito Democratico e con la sua prima elezione a Bruxelles con 400.000 preferenze nella circoscrizione nel Centro Italia.

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