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Guerra in Ucraina

Ucraina-Russia, Draghi: “Non siamo in un’economia di guerra, gli allarmi sono esagerati”

Il premier Draghi, dopo il vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue a Versailles, stempera i toni sugli effetti economici della guerra in Ucraina.
A cura di Giacomo Andreoli
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"Non siamo in un'economia di guerra, gli allarmi sono esagerati". Il premier Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del vertice informale dei capi di Stato e di governo dell'Ue a Versailles, stempera i toni sugli effetti economici della guerra in Ucraina, anche se si dice convinto che è necessario "prepararsi a vari scenari, anche di razionamento".

Secondo il presidente del Consiglio l'incontro in Francia tra i vertici europei è stato "un successo". Raramente, racconta "ho visto l'Ue così compatta: c'è stato uno spirito di solidarietà su tutti gli argomenti. Non credo di ricordarlo nei tanti Consigli europei a cui ho partecipato". Quindi spiega che l'Ue ha pronta una risposta alla crisi energetica in atto fondata su 4 pilastri.

Il primo è la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, nei confronti di altri fornitori di gas a parte la Russia, assieme alla sostituzione di fonti fossili con rinnovabili. Per Draghi si tratta dell'unica "strada su cui puntare nel lungo periodo, ma già da ora servono più investimenti e la Commissione ha promesso di aiutare gli Stati membri in ogni possibile modo". Poi c'è l'introduzione di un tetto di prezzi al gas. "Da quando se ne è iniziato a discutere– dice il premier- il prezzo è sceso da 200 a 116 euro. Su questo ci sono pareri vari, la Commissione al prossimo Consiglio Ue credo presenterà un rapporto su come diminuire il contagio dal gas al resto dell'elettricità".

Il terzo pilastro è staccare il mercato dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili dal mercato del gas. "Anche l'energia prodotta da molte fonti rinnovabili – spiega Draghi- arriva al consumatore a un prezzo uguale a quella prodotta con il gas: questa è la causa principale della lievitazione delle bollette". Il quarto punto è la tassazione degli extra profitti delle società elettriche: la stima della Commissione è l'ottenimento di un gettito aggiuntivo di circa 200 miliardi.

Draghi: "Rivedere le regole europee, serve un bilancio comune"

Il premier dice poi che sull'agroalimentare una delle risposte da dare, forse, sarà importare da altri Paesi, come Canada, Argentina e Stati Uniti. Quindi aggiunge che è necessaria più che mai una riconsiderazione dell'apparato delle regole europee, vista la situazione di emergenza. "Patto di Stabilità, aiuti di Stato, standard sui prodotti agricoli, mercato dell'elettricità– argomenta Draghi- c'è in tanti la convinzione che occorra rivisitare le regole che ci hanno accompagnato in questi anni".

Sulla Difesa, poi, Draghi riferisce le parole dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. "Ci ha spiegato – dice- che l'Ue spende 3 volte della Russia per la difesa ed è un dato che mi ha sorpreso: quello che dobbiamo raggiungere è un coordinamento di gran lunga migliore di quello di oggi. Dobbiamo rafforzare la Difesa Ue accanto alla Nato".

Quindi l'auspicio che, visti i bisogni finanziari e l'agenda di politica economica dei prossimi anni, si arrivi a un bilancio europeo comune. "Il nostro fabbisogno economico– calcola Draghi- va da 1,5 a 2/3 trilioni di euro nei prossimi 5 anni. I bilanci nazionali non hanno questo spazio: bisogna trovare un compromesso su dove trovare queste risorse e occorre quindi una risposta di politica di bilancio convincente, che venga dall'Europa".

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