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Dpcm 18 ottobre, centri estetici e parrucchieri resteranno aperti: nessuna restrizione per queste attività

Dal nuovo dpcm sono escluse restrizioni per parrucchieri e centri estetici: queste attività resteranno aperte. Confestetica: “I centri estetici sono i luoghi più sicuri, applicano un protocollo che è paragonabile ad una sala operatoria, si lavora solo su appuntamento, i trattamenti vengono eseguiti in cabine separate, si lavora con guanti, mascherine FFP2 e visiere”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il nuovo dpcm anti Covid che entra in vigore da oggi dispone nuove restrizioni per ristoranti, bar, pasticcerie, fiere a carattere locale, sagre, sport dilettantistici da contatto (no ad allenamenti di squadra e a competizioni). Per le palestre c'è un monito: avranno una settimana di tempo per adeguarsi ai protocolli, nel caso in cui ci siano criticità legate per esempio all'utilizzo degli spazi e al mantenimento della distanza di sicurezza.

Non sono toccati invece dal provvedimento parrucchieri e centri estetici, contrariamente alle indiscrezioni dei giorni scorsi. La ratio del nuovo decreto è stata spiegata dal presidente del Consiglio durante la conferenza stampa: "Dobbiamo tutelare la salute e l'economia". Tra l'altro categorie come quelle dei parrucchieri e dei centri estetici, che sono rimasti chiusi per mesi durante il lockdown, perché considerate attività a rischio per i possibili contagi, hanno ripreso a pieno regime nel rispetto di tutte norme anti Covid, mascherine, sanificazione dei locali, e distanziamento soprattutto. Per cui penalizzarle sarebbe apparto illogico, come ha sottolineato in un post anche Maria Elena Boschi (Iv): "Obbligare i parrucchieri a chiudere anche se rispettano le regole non è giusto e non ha senso. Si dice: ma i parrucchieri non sono attività essenziali. Trovo ipocrita questo concetto: cosa è essenziale e cosa no? Per chi vive del proprio lavoro sono essenziali quelle attività. Per chi ha investito per sanificare chiudere oggi sarebbe un colpo mortale. Vale ovviamente per tutti, dai teatri ai ristoranti, dai negozi alle librerie ma segnalo il caso dei parrucchieri perché mi sembra l’indice di una certa demagogia nell’affrontare un problema enorme come quello del CoronaVirus".

E ancora: "Finché non ci sarà il vaccino dobbiamo convivere con il contagio. E non possiamo pensare di chiudere tutto per mesi. Parliamo di tamponi rapidi, di tracciamento, di terapie intensive, di trasporti su cui le Istituzioni sono molto in ritardo: non buttiamo la croce addosso ai cittadini. E se parrucchieri e teatri rispettano le regole, perché dobbiamo chiuderli per mesi? Il Governo dovrebbe valutare bene la situazione nel Paese prima di fare forzature". Ma l'ipotesi di uno stop era stata scartata comunque dal governo, già nelle ultime riunioni che hanno preceduto l'emanazione del nuovo provvedimento.

A ricordare ulteriormente il bassissimo livello di rischio contagi riscontrato nei centri è Roberto Papa, Segretario Generale Confestetica, la maggiore associazione che rappresenta la categoria degli estetisti, con 21mila centri estetici associati, sui 35mila presenti in Italia: "I centri estetici sono i luoghi più sicuri, applicano un protocollo che è paragonabile ad una sala operatoria, si lavora solo su appuntamento, i trattamenti vengono eseguiti in cabine separate, si lavora con guanti, mascherine FFP2 e visiere, viene garantita la massima sicurezza e la massima igiene e sanificazione degli ambienti tra un cliente e l'altro. Il protocollo che si applica oggi nei centri estetici è tra i più sicuri presenti nelle attività".

In un comunicato inviato al governo nei giorni scorsi Confestetica precisava che "Se si chiuderanno i centri estetici, che adottano queste alte misure di prevenzione già dal 18/05/2020, con risultato contagi pari a zero, dovranno chiudere tutte le attività economiche che non hanno nemmeno un protocollo di sicurezza anti-contagio così specifico e soprattutto chi non lo ha mai rispettato". Il premier Conte ha citato esplicitamente questa precisazione, con riferimento però alle palestre e alle piscine, al momento le uniche sotto la lente d'osservazione del governo.

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