
Sono con la Sumud Flotilla.
Sono qui come giornalista di Fanpage.it, sulla barca di TOM – Tutti gli Occhi sul Mediterraneo.
Ieri abbiamo avuto la partenza da Siracusa, oggi siamo in rada ad Augusta. Cioè aspettiamo il tempo atmosferico giusto, così dicono i capitani delle barche, e poi tutte le barche insieme si ricongiungeranno con quelle tunisine e greche, direzione Gaza.
Questa missione umanitaria ha lo scopo di portare aiuti a Gaza, abbiamo 350 chili di beni di prima necessità in stiva.
La barca è pronta, abbiamo fatto i training, siamo qui da cinque giorni. Ho già fatto un turno di notte come secondo al timone, dalle 2:00 di notte alle 4:30, portando la barca da Licata. Ho imparato che in barca si fa pipì da seduti. E ho imparato da tanto tempo, e ogni tanto me ne ricordo, che dai problemi se ne può sortire bene solo insieme, ce l'ha insegnato don Milani.
Gli incastri stanno componendo il puzzle, tecnicamente siamo partiti, l'imbarco c'è stato anche se ora stiamo aspettando le altre barche, qui in rada al riparo dal vento.
Siamo con la Global Sumud Flotilla perché è uno dei posti dove oggi sentiamo di voler stare, lo dico come Saverio e so che vale pienamente anche per il giornale per cui lavoro e con cui sono in grado di far viaggiare le storie: Fanpage.it.
Siamo qui dove oggi vale la pena stare, dove passa quel tipo di storia che prova a cambiare la Storia. Ci riusciremo? No, ovviamente. O almeno non da soli.
Noi ci sentiamo comodi su questa barca. Non tecnicamente, le barche non sono mai comode. Siamo comodi perché andiamo a fare qualcosa che sentiamo sia giusto fare: una missione umanitaria per rompere l'assedio a Gaza, aprendo un varco e con la pressione internazionale renderlo praticabile. Vogliamo che si fermi il massacro e che la fame non sia più usata come arma di guerra.
Non è agevole essere qui, e non è particolarmente divertente. Necessario sì. Milioni di persone in tutto il mondo guardano a questa Flotilla come fosse loro, e hanno ragione perché è davvero anche loro. C’è intorno a questa missione una speranza straordinaria, manifestazioni con decine di migliaia di persone in tante parti del mondo, anche in Italia, quasi ogni giorno. E c’è naturalmente il bisogno: le donne, gli uomini, i bambini in Palestina stanno subendo un genocidio da parte di Israele.
Non siamo qui da soli.
Fanpage.it si è imbarcata per dare parola e visione. Crediamo che raccontare le storie da dentro sia un atto di liberazione.
Abbiamo paura? C'è poco tempo per pensarci. Abbiamo miglia marine da fare e ancora tante parole in tasca, da scrivere.
Nessun viaggio è solitario, questo viaggio è davvero anche vostro. Siamo qui per tirare le parole fuori dai cassetti, non per rinchiuderci i sogni.
Crediamo nel potere delle parole, che sta tutto nella loro restituzione.
