
Dopo appello di Mattarella Pd chiede di portare gli aiuti a Gaza tramite il Patriarcato Latino di Gerusalemme

A cura di Giulia Casula e Saverio Tommasi
Oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato la Global Sumud Flotilla a ripensare alla possibilità di fermarsi a Cipro, consegnare gli aiuti al Patriarcato Latino di Gerusalemme e di costruire un corridoio umanitario fino a Gaza. Negli scorsi giorni era emersa questa ipotesi ma il comitato della Flotilla l'aveva respinta. La delegazione italiana a bordo delle imbarcazioni cariche di aiuti umanitari per i palestinesi si è detta, invece, favorevole a questa possibilità.
In particolare, il Partito democratico, ha risposto all'appello del Capo dello Stato dando la sua disponibilità a mediare. I due parlamentari Pd, Arturo Scotto e Annalisa Corrado, a bordo della barca di TOM, quella su cui viaggia anche il nostro giornalista Saverio Tommasi, hanno detto che per loro la missione umanitaria continua. Ma ritengono molto importante l'appello del Presidente della Repubblica, affinché gli attivisti raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato latino di Gerusalemme.
"Con le sue parole il presidente Sergio Mattarella a riconosce il valore umanitario preziosissimo della Global Sumud Flottilla e, con una narrazione totalmente diversa da quella del Governo, rinnova il suo sconcerto per le atroci sofferenze a cui è sottoposta la popolazione di Gaza, invitando gli attivisti a valutare seriamente la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme", dicono i due parlamentari del Pd.
"Reputiamo queste parole molto importanti, perché riconoscono il valore di una missione della società civile, con la sua insindacabile autonomia, con la quale ci siamo messi e continuiamo a metterci a disposizione, che ha l'obiettivo di aprire un canale umanitario nel solco di una legalità internazionale violata dal Governo di Israele con il blocco navale", aggiungono.
"Come abbiamo avuto già modo di dire, auspichiamo in tal senso che il dialogo tra i cardinali Zuppi e Pizzaballa e i coordinatori della Global Sumud Flotilla continui proficuamente, certi che sia per tutti gli interlocutori cruciale innanzitutto alleviare la sofferenza inimmaginabile della popolazione di Gaza".
"Abbiamo scelto di salire sulle imbarcazioni per accompagnare la Flotilla, nella funzione di parlamentari della Repubblica. Pensiamo che la missione debba andare avanti, in maniera sicura, per aprire quei corridoi umanitari necessari a far arrivare gi aiuti a Gaza. Da questo punto di vista le parole di Sergio Mattarella e le parole del cardinale Zuppi aiutano una buona soluzione e il buon esito della missione", dice Scotto a Fanpage.it. L'idea del presidente della Cei Zuppi, espressa anche in un'intervista a la Repubblica, è che si arrivi a Gaza, "nel rispetto dei limiti delle acque internazionali naturalmente, come gesto simbolico. Poi però resta necessario arrivare a portare gli aiuti, perché quello vuole fare la Flotilla, no? E allora dopo si devono andare a scaricare i viveri a Cipro per farli arrivare alla popolazione".
I dettagli della proposta dovrebbero essere stabiliti dal direttivo della Global Sumud Flotilla, secondo Corrado: "Noi abbiamo ribadito in ogni sede che è importante che continui questo dialogo ma riconosciamo l'indipendenza della Global Sumud Flotilla. Abbiamo chiesto già da tempo ai governi di fare un passo indietro. Noi siamo a disposizione, siamo qui, sulle barche, nel pieno rispetto dell'autonomia della società civile".
Anche il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano è d'accordo. "Le parole del presidente Sergio Mattarella sono importantissime, riconoscono l'alto valore della missione e, ancora una volta, rinnovano la condanna per le disumane sofferenze che subisce la popolazione di Gaza. Condividiamo il suo appello a raccogliere la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme a una mediazione che consenta di conseguire il primario obiettivo umanitario della missione", ha dichiarato.
La posizione della Flotilla: "Cambiare rotta è rassegnarsi"
La posiziona della Flotilla è differente. Pur condividendo la proposta, la portavoce italiana Maria Elena Delia ha fatto sapere di non essere intenzionata ad accoglierla. "Abbiamo ricevuto la proposta da parte del Presidente Mattarella di accettare per il bene nostro e la tutela in generale della vita umana, che noi condividiamo al 100%, di deviare la nostra rotta e accettare la mediazione di portare gli aiuti a Cipro e da Cipro, poi tramite Nazioni Unite, Patriarcato di Gerusalemme e governo italiano farli arrivare a Gaza" ma "non possiamo accettare questa proposta perché arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali col rischio di essere attaccate. Quindi è come dire: se vi volete salvare, noi non possiamo chiedere a chi vi attaccherà di non attaccarvi, malgrado sia un reato. Chiediamo a voi di scansarvi", ha dichiarato.
Per Delia, "questo nodo legale non è solo una questione di principio, è una questione sostanziale. È all'origine del fatto che fino ad ora la stessa entità che ha creato questo corto circuito, cioè Israele, sta commettendo un genocidio senza che nessuno dei nostri governi abbia ancora avuto il coraggio di porre delle sanzioni, di imporre un embargo sulle armi, di chiudere almeno una parte dei rapporti commerciali. Se una di queste tre o tutte e tre queste soluzioni fossero prese in considerazione – ha concluso – noi ne saremmo ben felici. Ma noi non stiamo facendo nulla di male perché abbiamo il diritto di navigare in acque internazionali. Cosa succederebbe se invece delle nostre barche ci fossero quelle di alcuni turisti, aggredite da droni in maniera violenta? Noi siamo pronti a valutare delle mediazioni, ma non cambiando rotta, perché cambiare rotta significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale, senza poter fare nulla".