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Dl Semplificazioni, i sindaci non possono vietare o limitare il 5G

Una norma del decreto Semplificazioni stabilisce che i sindaci non possono vietare l’installazione di reti 5G sul proprio Comune, e annulla quindi le ordinanze di quei Comuni che si erano opposti alla rete di nuova generazione. Presidente Anci Veneto Mario Conte: “Limitazione all’autonomia dei sindaci su un tema delicato che tocca da vicino le comunità ed il paesaggio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il decreto legge numero 76 del 16 luglio 2020 relativo a "Misure urgenti per la semplificazione e l'innovazione digitale", il cosiddetto dl Semplificazioni stabilisce che i sindaci non possono vietare l'installazione di reti 5G sul proprio Comune. Viene specificato che i "sindaci non potranno introdurre limitazioni alla localizzazione sul proprio territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualunque tipologia", come il 5G appunto. Inoltre, si legge sul sito del dipartimento dell'Innovazione, "non potranno fissare limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici diversi rispetto a quelli stabiliti dallo Stato".

Stiamo parlando di uno standard di nuova generazione per la comunicazione ‘mobile', che sostituirà il 4G, e sarà a bordo degli smartphone di nuova generazione e soprattutto dei tanti oggetti connessi (Internet of things), come elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, cassonetti.

Il sindaco di Vicenza, Francesco Rucco non ci sta. "La decisione del Governo, attraverso il decreto semplificazione, vieta ai sindaci di intervenire con un'ordinanza a tutela della salute pubblica per quanto riguarda il tema dell'esposizione ai campi elettromagnetici – ha detto il primo cittadino – Viene resa così inefficace l'ordinanza che ho firmato nel maggio scorso, come le tante altre ordinanze emesse dai sindaci di tutta Italia, che stabiliva la sospensione della sperimentazione o attivazione di impianti 5G in attesa di capire se tali dispositivi possano danneggiare la salute. In questo modo, pertanto, il Governo esautora i sindaci che rappresentano la massima autorità sanitaria locale e che quindi hanno la responsabilità della salute dei cittadini".

"Mi confronterò con gli altri sindaci per capire se è il caso di annullare l'ordinanza che comunque diviene inefficace – ha aggiunto – Allo stesso modo cercheremo di capire come comportarci con le compagnie telefoniche che hanno avviato un ricorso nei confronti dei Comuni proprio su questo tema".

"Ricordo che l'ordinanza aveva solo la funzione di comprendere da Arpav e Ulss se la nuova tecnologia del 5G potesse arrecare danni alla salute pubblica, tenuto conto che l'amministrazione intende favorire lo sviluppo di nuove tecnologie. In attesa comunque di conoscere i risultati delle indagini, ci attiveremo per rafforzare il nostro Piano antenne tutelando le aree pubbliche più sensibili".

La norma è "una limitazione all'autonomia dei sindaci su un tema delicato che tocca da vicino le comunità ed il paesaggio", ha detto in una nota il presidente di Anci Veneto, Mario Conte. Secondo Conte, la norma "di fatto annulla le ordinanze di quei Comuni che si erano opposti alla rete di nuova generazione sconfessando di fatto i sindaci. Anci Veneto ha voluto approfondire il tema attraverso alcuni webinar sugli aspetti più delicati insieme all'Ulss e all'Arpav. Con il Dl Semplificazioni, invece, ci viene tolta la possibilità di difendere il territorio e la salute dei cittadini, che viene per noi prima di tutto. Queste infrastrutture rischiano di essere impattanti sotto molteplici punti di vista, e a pagarne le conseguenze saranno l'ambiente e i cittadini e soprattutto le nuove generazioni, che rischiano di avere in eredità un territorio rovinato".

Con il blocco delle ordinanze dei sindaci dovrebbero ripartire le sperimentazioni sul territorio italiano che al momento ha coinvolto i centri urbani, tra cui Milano, Torino, Bologna, Roma, Firenze e Napoli. Una delle caratteristiche principali di questa rete è permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta rapidi. "Sul 5G si giocherà una buona parte della partita della competitività del nostro tessuto industriale ed economico, per questo, non possiamo fermarci", ha spiegato nei giorni scorsi l'amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi. Mentre per il presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, Pietro Guindani, "gli investimenti sulle comunicazioni di quinta generazione porteranno ad una trasformazione fondamentale per rilanciare la centralità e competitività del Mezzogiorno". Secondo le previsioni della società di consulenza Ernst & Young entro la fine del 2020 il 5G sarà disponibile per il 17% degli italiani e, nel 2021, per il 31%.

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