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Covid 19

Dl imprese, datori di lavoro non sono responsabili per i contagi da Covid se rispettano le regole

Un emendamento al dl Imprese, approvato in Commissione, stabilisce che i datori di lavoro che rispettano le regole non possono essere ritenuti responsabili per eventuali contagi tra i dipendenti. L’emendamento conferma quanto detto nei giorni scorsi anche dall’Inail, che aveva chiarito l’assenza di correlazione tra riconoscimento dell’indennizzo Inail per il contagio Covid-19 sul lavoro e responsabilità dell’azienda.
A cura di Annalisa Cangemi
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Approvato ieri un emendamento al dl Imprese in Commissione alla Camera che solleva del tutto i datori di lavoro in regola da qualsiasi responsabilità, nel caso in cui i propri dipendenti contraggano il Covid-19: se seguiranno i protocolli non saranno ritenuti responsabili dei contagi. Il tema era stato posto con la ripresa di molte attività con la fase due dell'emergenza, soprattutto dopo il dpcm del 17 maggio, che ha decretato la riapertura anche di parrucchieri, negozi e mondo della ristorazione.

Lo ha spiegato la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi dopo l'approvazione dell'emendamento: "Approvato in Commissione alla Camera emendamento liquidità che assicura datori di lavoro pubblici e privati che rispettano protocolli di sicurezza Covid-19. Andiamo avanti insieme. E facciamo partire l'Italia in sicurezza lavoro".

Lo aveva ribadito anche Inail, spiegando che non c'è alcuna correlazione tra riconoscimento dell'indennizzo Inail per il contagio Covid-19 sul lavoro e responsabilità dell'azienda. In una nota Inail, pubblicata sul suo sito lo scorso 15 maggio, si ribadisce che “si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro”.

A chiarirlo è anche la circolare n. 22/2020, in cui si forniscono anche le istruzioni operative nonché dei chiarimenti sulla tutela infortunistica legata al contagio: "Le patologie infettive (vale per il Covid-19, così come, per esempio, per l’epatite, la brucellosi, l’Aids e il tetano) – si legge nella circolare- contratte in occasione di lavoro sono da sempre, infatti, inquadrate e trattate come infortunio sul lavoro poiché la causa virulenta viene equiparata alla causa violenta propria dell’infortunio, anche quando i suoi effetti si manifestino dopo un certo tempo".

Anche secondo l'ente naturalmente la responsabilità del datore di lavoro è ipotizzabile solo "solo in caso di violazione della legge o di obblighi derivanti dalle conoscenze sperimentali o tecniche, che nel caso dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 si possono rinvenire nei protocolli e nelle linee guida governativi e regionali”.

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