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Di quanto aumentano gli stipendi dei dipendenti comunali con la firma del nuovo Contratto collettivo

Aumenti da 140 euro al mese, in media, per i dipendenti comunali e degli enti locali. Questo l’effetto del nuovo contratto collettivo nazionale, firmato oggi da sindacati (non la Cgil) e Aran. Gli arretrati valgono fino a 2.357 euro. Tra le novità anche la sperimentazione volontaria della settimana da quattro giorni, ma sempre da 36 ore lavorative.
A cura di Luca Pons
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Dopo oltre un anno di trattative è arrivata la firma per il contratto collettivo 2022-2024 dei dipendenti degli enti locali, che includono Comuni, Province, Regioni e non solo – circa 430mila persone in tutto. Gli aumenti di stipendio varranno, in media, 140 euro lordi al mese. In più saranno erogati gli arretrati, che arrivano fino a 2.357 euro.

Ci sono novità anche sul piano delle normative. Partirà, ad esempio, la sperimentazione su base volontaria della settimana da quattro giorni, che comunque deve sempre prevedere 36 ore. Nuove regole per i buoni pasto.

A sbloccare la trattativa è stata la Uil, che ha deciso di firmare il contratto. È rimasta sulle sue posizioni invece la Cgil, che lamenta il fatto che gli aumenti non bastino a recuperare la perdita di potere d'acquisto di questi anni.

Di quanto aumenta la busta paga e cosa cambia su settimana corta e buoni pasto

Il contratto 2022-2024 porterà in busta paga per i dipendenti comunali e di tutti gli enti locali in aumento, in media, da 140 euro lordi al mese per tredici mesi. L'incremento del 5,78% rispetto ai salari del 2021 porta il grosso di questo incremento, con 136,76 euro lordi. Ad arrotondare è il trattamento accessorio, che aumenta dello 0,22% e porta la somma media, appunto, a circa 140 euro.

Saranno erogati anche degli arretrati, per il periodo in cui il contratto è rimasto scaduto senza rinnovo. Bisogna ricordare, infatti, che il Ccnl firmato oggi è già automaticamente scaduto, perché si riferiva al periodo fino al 31 dicembre 2024. Ora inizieranno le trattative per il periodo 2025-2027. L'importo degli arretrati potrà arrivare fino a 2.357 euro.

Come detto, ci sono anche novità che vanno al di là dell'aspetto economico. La settimana corta di quattro giorni si potrà sperimentare, su base volontaria. Il monte orario, però, resterà sempre di 36 ore a settimana. I buoni pasto spetteranno anche a chi lavora da casa, a differenza di quanto avviene oggi. Chi ha delle esigenze specifiche, legate alla situazione di salute o alle necessità familiari, potrà ottenere più giorni di lavoro da casa.

In caso di aggressioni, il Comune (o l'ente competente) dovrà coprire le spese legali dei suoi dipendenti. Per chi ricopre un cosiddetto incarico di elevata qualificazione (o Eq), il tetto massimo per la retribuzione di posizione si alzerà: non più 18mila euro, ma 22mila all'anno. E la possibilità di ottenere promozioni interne con procedure più rapide, in deroga a quelle abituali, sarà prolungata fino al 31 dicembre 2026.

Perché alla fine i sindacati hanno firmato il contratto

Si è detto molto soddisfatto il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che ha definito la firma un "risultato importante". Per Zangrillo, il contratto pone anche "le basi per l'avvio della nuova tornata 2025-2027". Le trattative potranno iniziare subito, dato che dal ministero è già arrivato l'atto di indirizzo generale che mette i paletti economici da seguire sulla base dei soldi stanziati dal governo. Serve ancora l'atto di indirizzo specifico per gli enti locali, che non poteva essere emanato prima della firma del contratto 2022-2024.

A proposito di soldi stanziati dal governo, a quelli già previsti dalla legge 2025 si sono aggiunti 100 milioni di euro anche nella manovra 2026. Dovrebbero scattare dal 2028, ma l'esecutivo si è impegnato (a parole) ad anticiparli al 2026. Questo è ciò che ha convinto la Uil a firmare il contratto, come ha spiegato al segretaria generale di Uil-Fpl Rita Longobardi: "Entro il 2026 le buste paga aumenteranno del 9,38%" rispetto a prima di questa firma, "e dal 1 gennaio 2027 dell'11,18%" grazie al nuovo contratto.

Cifre che alla Cgil, invece, non sono bastate: "La proposta è inaccettabile. Meno del 6% di aumento non basta, perché l’inflazione in quel triennio era al 16%. Vuol dire che, quando sarà reale l’aumento, le lavoratrici e i lavoratori troveranno il 10% in meno in busta paga", ha ribadito la segretaria di Fp-Cgil Tatiana Cazzaniga.

La Cisl era favorevole dall'inizio: "Un contratto positivo", secondo Roberto Chierchia, segretario di Cisl-Fp. "Chiudere in tempi rapidi i contratti era essenziale. Se non ci fossero stati mesi di attesa e irrigidimenti, questo contratto poteva essere firmato un anno fa".

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