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Di quanto aumenta lo stipendio dei dipendenti comunali con il nuovo contratto e da quando

Aumento di stipendio da circa 142 euro lordi al mese, seguito rapidamente da un altro rinnovo del Ccnl per portare fino a 277 euro in più in busta paga. Questi i numeri sul tavolo per i dipendenti di Comuni, Regioni e altri enti locali. Ma la trattativa è ancora in corso.
A cura di Luca Pons
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Per i dipendenti dei Comuni, delle Regioni e di tutti gli enti locali si avvicina il rinnovo del contratto collettivo nazionale Funzioni locali, ma le trattative non sono finite. Sul tavolo ci sono due aumenti: il primo da 141,97 euro lordi in media, il secondo da 90,11 a 135,16 euro, per un totale di fino a 277,13 euro in più in busta paga. Si parla ancora del contratto per il periodo 2022-2024. Solo dopo si potrà passare, forse con tempi più rapidi, a quello per il 2025-2027. La riunione decisiva potrebbe essere quella in programma il 3 novembre.

I contatti tra l'Aran – Agenzia per la rappresentanza negoziale delle Pubbliche amministrazioni, l'ente che rappresenta lo Stato nelle trattative – e i sindacati sono ancora in corso. Cgil e Uil, in particolare, hanno chiesto aumenti maggiori dato che i dipendenti degli enti locali hanno stipendi meno competitivi rispetto agli statali. L'ipotesi dell'Aran però è che la prima firma, quella per il periodo 2022-2024, sia vicina.

Ecco i numeri: il contratto per il 2022-2024, che ovviamente risulterebbe già scaduto nel momento in cui entra in vigore, porterebbe un aumento medio da 141,97 euro al mese, su tredici mensilità. In più, ci sarebbero 1.770 euro di arretrati da erogare.

Con il contratto successivo, quello per il 2025-2027, su cui le trattative inizieranno subito dopo la firma del primo, gli aumenti sarebbero più contenuti. Da 90,11 euro a 135,16 euro al mese, nel triennio. Con ulteriori arretrati per 421,86 euro. Sommando il tutto, quindi, si arriverebbe tra alcuni anni a 277,13 euro al mese in più rispetto a oggi, con un arretrato complessivo da 2.195,39 euro.

Finora ci sono stati numerosi incontri tra sindacati e Aran. La linea di Cgil e Uil resta però che le somme non sono sufficienti per un settore che subisce già la ‘concorrenza' dei dipendenti ministeriali, che ricevono paghe decisamente più alte. Oltre a non compensare interamente la perdita d'acquisto subita in questi anni di inflazione molto elevata.

Il governo Meloni ha provato a intervenire con una misura comunque limitata: nella legge di bilancio 2026 ci sono 50 milioni di euro per il 2027 e 100 milioni di euro all'anno per il periodo successivo che dovrebbero servire proprio a rimediare – in parte – alla disparità tra lavoratori ministeriali e quelli degli enti locali. La misura prevede di usare i soldi per "la progressiva armonizzazione dei trattamenti economici accessori del personale dei comuni", nell'ambito "della contrattazione collettiva", aumentando "il trattamento accessorio, anche fisso e ricorrente, del personale non dirigente".

Anche su questo, i sindacati provano a chiedere di più: somme maggiori, e attive già dal 2026, senza aspettare il 2027. Non la Cisl, che ritiene invece che il contratto vada firmato subito. Già nelle prossime settimane si vedrà se un punto d'incontro c'è. La riunione è fissata il 3 novembre, come detto, e qui Aran vorrebbe chiudere per quanto riguarda il contratto 2022-2024.

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